Regionali Lombardia, Calenda ci prova: «Porte spalancate per +Europa. Meloni? Vi spiego perché mi affascina»

«Basta destra contro sinistra. Appoggiare due persone che hanno fatto bene come D’Amato e Moratti è la scelta giusta» spiega il leader del Terzo polo in un evento a Milano

Dalle regionali al rapporto tra Terzo polo e governo, non senza i consueti attacchi diretti a Giuseppe Conte e al Pd. È un’intervista fiume quella che Carlo Calenda ha concesso al festival de Linkiesta. Il senatore, frontman della formazione che, lo scorso 25 settembre, ha visto correre insieme Azione e Italia Viva, ha teso la mano ai suoi ex alleati di +Europa, in vista delle elezioni regionali lombarde: «Sarebbe importante averli dentro. Non sono solo i benvenuti, le porte a loro sono spalancate – ha detto -. Non posso credere che in Lombardia appoggino Majorino, Agnoletto e i 5 stelle. Spero che vengano con noi a fare un lavoro dignitoso. Non perché abbia qualcosa contro Majorino, ma perché non rappresenta la loro parte politica». Per Calenda, gli esponenti di +Europa «stanno facendo i dipendenti di sinistra e non capisco come possano continuare su questa strada quando sono con noi dentro Renew – gruppo all’europarlamento -, e dall’altro lato c’è un Partito democratico in stato di confusione». Il leader di Azione, sempre a proposito di regionali, ha invitato a smettere di dare peso alla contrapposizione tra destra e sinistra: «Appoggiare due persone che hanno fatto bene, come D’Amato e Moratti, è la scelta giusta per il Terzo polo. Va superata la logica per cui l’importante è non far vincere la fazione opposta. Questa per noi non è politica».


Le parole agrodolci su Meloni

Calenda ha ribadito ancora una volta che il suo gruppo parlamentare resterà all’opposizione del governo, confermando però l’intenzione di essere propositivi e non contrari a priori su tutto. Poi, sul capo dell’esecutivo, ha dichiarato: «C’è una cosa che mi affascina di Giorgia Meloni, che è nata in una famiglia non privilegiata, che è una donna e che ce l’ha fatta a diventare presidente del Consiglio con le sue sole forze. Forse questa è una mia debolezza umana». E poi ha lasciato partire la sua invettiva: «Spero sempre che riesca a dare il suo meglio e a sorprenderci, per ora non tanto e in particolare sui migranti, dove ha fatto lo straordinario affare per 324 migranti, facendo però saltare un accordo che ne ricollocava altri 10 mila – e ha aggiunto -. Magari riesce a capire che c’è una opportunità così straordinaria e così incredibile per un Paese come l’Italia, che lei, a un certo punto, smette di fare la sovranista cacio e pepe e si mette a fare invece un lavoro serio. Per quanto potrò, le darò una mano, nel senso delle idee, anche espresse in modo duro».


«Conte segretario perfetto del Pd perché non fa niente»

«Il vero segretario ideale per il Pd è Giuseppe Conte: prendessero Conte, che si veste in perfetto stile comunista, e con quella inflessibilità morale che però non poi non porta a fare niente – perché – il Pd oggi non fa politica fa moralismo. Faccio l’esempio dell’immigrazione – ha continuato il leader di Azione -. Il Pd dice “bisogna accogliere le persone che sono in difficoltà”, ma questa frase non vuol dire assolutamente nulla, perché è una frase di natura universalistica che non ha alcuna declinazione nella realtà. Lo stesso dicono per la pace, una parola che se non è declinata nella realtà risulta ipocrita, ma se non la dicono, parte del loro elettorato se ne va». Calenda ha commentato anche la fase congressuale recentemente avviata dal Nazareno. «A me conviene che prevalga Elly Schlein – ha aggiunto – così il Pd prende il 2% e noi prendiamo il 20% – e ha concluso -. Nel Pd c’è un sacco di brava gente ma oggi nel partito ci sono due anime, una massimalista e qualunquista e una che si è travestita da “blairismo“, da “terza via“, ma queste due anime non stanno più insieme».

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