Carlo Calenda: «Sui migranti difendo l’Italia, non Meloni. E Macron ha esagerato»

Il leader di Azione: sbagliano Salvini e Piantedosi, non la premier

Nella questione migranti Carlo Calenda non difende «Giorgia Meloni, di cui ero e resto un oppositore. Io difendo l’Italia. E non ho nessun imbarazzo a dire, peraltro da presidente di un partito che in Europa sta nel gruppo di Macron, che la reazione del governo francese sulla questione Ocean Viking è oltremisura, fatta per parlare più a Le Pen e Zemmour, ovvero ai loro sovranisti, che a noi». Il leader di Azione oggi in un’intervista a la Repubblica spiega la sua posizione sulla crisi delle Ong a Catania. «La gestione Piantedosi su sbarchi e ong è il remake di quel che fece Salvini, una sceneggiata sulla pelle dei naufraghi. Inaccettabile», sottolinea. Ma critica anche Macron che «in patria ha subito attacchi per aver accettato di accogliere i migranti approdati da noi, quindi ha pensato di trasformare un’incomprensione in una crisi con l’Italia. Mandando 500 gendarmi a Ventimiglia e chiedendo il blocco dei ricollocamenti. Un atto inqualificabile e ingiustificabile». Ma per il leader di Azione «Salvini è un pericoloso irresponsabile che non può stare in un governo perché fa solo danni. Per fortuna è ministro, non il premier». Perché far esplodere «una crisi di tale livello per il tweet idiota di uno che ne fa 5 al giorno mi sembra esagerato. Per questo penso che la loro sia più una questione di politica interna». Secondo Calenda la premier ha «un problema di gestione e controllo dell’alleato leghista», ma il vero punto «riguarda la sua capacità di intrattenere relazioni internazionali, che risentono dei suoi legami con i sovranisti». È il momento «di sciogliere questo nodo: è impossibile avere rapporti coi sovranisti che stanno all’opposizione dei governi a cui si chiede aiuto». Anche se le responsabilità in questa vicenda «le hanno Piantedosi e Salvini, non Meloni».


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