Omosessualità come abominio, Calenda chiede a Meloni la rimozione del capogruppo di FdI Malan

Ieri le dichiarazioni del senatore avevano scatenato l’ira dell’opposizione

Non accenna a smorzarsi la polemica scatenata dalle parole del capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato Lucio Malan. «La chiesa valdese (quella a cui appartiene lui, ndr) è fondata sulla Bibbia, che è molto severa sull’omosessualità», ha dichiarato ai microfoni di Un giorno da pecora su Rai Radio 1. «Su specifica richiesta del conduttore ho citato, come esempio Levitico 18:22». Ovvero che i rapporti tra persone dello stesso sesso sarebbero «un abominio». Dichiarazioni che hanno subito generato la levata di scudi dell’opposizione, da Alessandro Zan a Monica Cirinnà, da Mara Carfagna a Mariastella Gelmini. Passando per il leader di Azione Carlo Calenda. Che dopo aver definito quelle parole «indegne e sintomo di una profonda ignoranza», oggi rincara la dose chiedendo la rimozione del seguace della confessione valdese. Passando la palla alla premier in carica. «In qualunque paese occidentale il segretario del partito avrebbe già rimosso Malan dal ruolo di capogruppo. Aspettiamo fiduciosi», scrive su Twitter, taggando Giorgia Meloni. Che, per il momento, non ha risposto.


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