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Lo scoop del Wsj: «Gli Usa hanno inviato a Kiev lanciamissili ritoccati per evitare attacchi sul territorio russo»

05 Dicembre 2022 - 21:07 Maria Pia Mazza
La «modifica precauzionale» sarebbe stata ritenuta necessaria dall'amministrazione Biden al fine di scongiurare un'escalation del conflitto

Gli Stati Uniti hanno modificato segretamente il sistema di artiglieria dei lanciamissili Himars inviati all’Ucraina in modo da evitare che Kiev potesse utilizzarli per colpire obiettivi sui territori della Russia, e scongiurare così un inasprimento del conflitto in corso. Lo scrive il Wall Street Journal, citando fonti governative statunitensi che sostengono che le «modifiche precauzionali» ai sistemi missilistici sono state ritenute «necessarie» dall’amministrazione del presidente Joe Biden. Dallo scorso luglio, gli Usa hanno fornito alle forze ucraine 20 Himars (High Mobility Artillery Rocket Systems), ossia delle camionette sulle quali è montato un lanciarazzi in grado di sparare i missili a una distanza compresa tra i 70 e i 300 chilometri, con un margine di errore di 9 metri dal bersaglio. Oltre agli Himars, gli Stati Uniti hanno fornito anche le munizioni, ossia i missili Gmlrs (Guided Multiple Launch Rocket System), che hanno una gittata di circa 80 chilometri e che sono stati utilizzati dalle truppe ucraine per colpire i depositi di munizioni russi e i centri di comando di Mosca presenti sul territorio ucraino. Gli Himars, però, possono essere utilizzati anche per il lancio di missili più potenti, come i missili Atms (Army Tactical Missile System), che hanno una gittata di oltre 300 chilometri.

L’amministrazione Biden ha però dato ordine al Pentagono di modificare le batterie inviate a Kiev. Come sottolinea il Wsj, queste modifiche precauzionali apportate ai sistemi Himars inviati in Ucraina da un lato indicherebbero l’intento di Washington di scongiurare il rischio di escalation del conflitto in corso, mentre dall’altro metterebbe in luce i dubbi della Casa Bianca sull’eventualità che Kiev possa non mantenere la promessa fatta nei mesi scorsi dal presidente ucraino Zelensky di non colpire il territorio russo con armi statunitensi, ma di utilizzare gli armamenti “made in Usa” solo per difendere il territorio ucraino. Ma non solo. Oltre al niet sull’invio a Kiev dei missili Atms, richiesti più volte da Kiev, Washington non ha inviato in Ucraina un’altra arma di alta tecnologia e che se usata in modo improprio potrebbe portare a un eventuale inasprimento del conflitto in corso, ossia i droni Grey Eagle MQ-1C.

Nel corso degli ultimi mesi Mosca ha più volte messo in guardia Washington sui pericoli di un eventuale invio di armi avanzate in Ucraina. Lo scorso settembre, Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Affari Esteri russo, aveva dichiarato che gli Stati Uniti «attraverserebbero la linea rossa e diventerebbero parte del conflitto» nel caso in cui decidessero di inviare i missili Atms o armi più potenti a Kiev. Dall’altra parte, le richieste da parte dell’Ucraina di sistemi missilistici più potenti e di armi più avanzate per rispondere agli attacchi russi si sono fatte più insistenti in particolare dal mese di ottobre, quando Mosca ha ripreso a bombardare centri civili e infrastrutture strategiche essenziali, causando blackout, assenza d’acqua potabile e assenza di gas in diverse regioni e città ucraine.

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