Le scuse dei tassisti di Genova a Silvia Salis dopo il rifiuto del bancomat: «Da noi il Pos è obbligatorio, il governo ci crea problemi»

La coop che gestisce le auto bianche in città: pagamenti elettronici obbligatori dal 2015

Ieri la vicepresidente del Coni Silvia Salis ha raccontato su Instagram che a Genova si è vista rifiutare un pagamento con bancomat da un tassista. «È finita la pacchia della banche», le ha detto l’autista. Oggi arrivano le scuse di Valter Centanaro, presidente della Cooperativa Radiotaxi della città con 734 aderenti su un totale di 859 che lavorano nel capoluogo ligure. «Se è andata così, il tassista rischia una sospensione e una multa», dice Centanaro all’edizione genovese di Repubblica. «Il POS a bordo è obbligatorio per nostro regolamento interno dal 2015 e dall’aprile 2022 è previsto anche dal regolamento comunale del servizio. La nostra volontà è quella di procedere nell’accettare qualsiasi strumento di pagamento venga scelto dal cliente», fa sapere la Coop. «Qui il Pos lo abbiamo da più di 7 anni. Dalla passata primavera il regolamento comunale lo ha reso obbligatorio. Non c’è più bisogno di segnalarlo nella telefonata di prenotazione», aggiunge Centanaro. Segnalando che due terzi del suo incasso di quest’anno è passato attraverso il pagamento elettronico. «Tanti turisti stranieri. E per loro, l’uso della carta è normale». Ma il problema è che «questa nuova manovra del governo ha finito per sorprendere tutti, e crearci qualche problema». E adesso i tassisti genovesi dovranno decidere cosa fare: «Mi sono già messo in contatto col Comune, per capire cosa potrebbe accadere dal prossimo anno. La Meloni dirà che non c’è più obbligo di Pos, Bucci sì: chi ha ragione? Io giuro che la mia cooperativa non tornerà indietro».


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