La guerra di Vittorio Sgarbi alle pale eoliche: «È un’associazione a delinquere»

Il sottosegretario se la prende con il Fai che ha detto sì agli impianti green

Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi non rinuncia alla sua guerra contro le pale eoliche. In un’intervista pubblicata oggi da Repubblica lo storico dell’arte se la prende con il Fondo per l’Ambiente Italiano (Fai). Che ha sposato la cultura degli impianti green insieme a Wwf e Legambiente. Sganciandosi da Italia Nostra. «Si è allargata l’associazione a delinquere che in nome dell’ambientalismo favorisce gli peculatori e la criminalità organizzata», esordisce Sgarbi. Che poi va all’attacco: «Ricordo che, intercettato in carcere, Totò Riina disse chiaramente che l’affare di Matteo Messina Denaro in Sicilia erano “i pali eolici”. È un’alleanza grottesca». Il sottosegretario sostiene che le pale eoliche non servano: «Se anche le mettessimo in tutta Italia, avremo il 2% dell’energia da queste fonti. Oggi ci sono posti con 850 pale eoliche e la metà sono ferme». Sgarbi propone di mettere invece i pannelli sopra i tetti dei condomini: «Il 65% degli edifici costruiti in Italia, anche intere aree industriali e periferiche, hanno meno di 70 anni. Non è difficile immaginarli rivestiti di pannelli. Per esempio ora sono a Torre del Greco e non c’è una sola cosa che sia degna di essere guardata. Potremmo metterci qui il fotovoltaico. Oppure mettiamolo all’Ara Pacis, in centro a Roma, che per come è stata rifatta è un obbrobrio». E dice che si batterà «per annullare i decreti con cui Draghi ha concesso sei nuovi parchi eolici in Puglia e in Basilicata. Si riparta dall’agricoltura, dal paesaggio agricolo che esaltava Pasolini. Che è Pasolini, non Bonelli». Invece «al ministero dell’Ambiente se ne sbattono del paesaggio. Metterebbero le pale eoliche pure davanti a una cattedrale». E il ministro Fratin? «L’ho invitato a una riunione su questo argomento. E non è venuto».


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