Iran, un altro manifestante condannato a morte


Continuano le condanne a morte in Iran, in risposta alle proteste che da oltre tre mesi attraversano il Paese dopo l’uccisione della giovane Mahsa Amini, arrestata a settembre per non aver indossato correttamente l’hijab. Secondo l’agenzia stampa della magistratura Mizan, un secondo manifestante Majidreza Rahnavard è stato giustiziato questa mattina – lunedì, 12 dicembre – a Mashhad, una città al nord-est di Teheran. Secondo i media locali, Rahnavard sarebbe stato condannato per «muharebeh», «la guerra contro Dio», per aver accoltellato a morte due Basiji – i componenti della forza paramilitare fondata dall’ayatollah Khomeini – Hossein Zeinalzadeh e Danial Rezazadeh, e averne feriti altri quattro il 17 novembre scorso nella provincia di Khorasan Razavi. L’agenzia legata alla magistratura ha inoltre pubblicato sul suo sito le foto dell’impiccagione pubblica del giovane giustiziato dalla Repubblica islamica. Nelle immagini si vede il corpo del giovane appeso a una gru installata sulla strada di Mashhad, dove il ragazzo avrebbe compito il crimine per cui è stato condannato a morte. I familiari – secondo quanto riportato da Reuters – non sarebbero stati avvertiti dell’esecuzione. «Li hanno chiamato alle 7 di questa mattina (le 4:30 in Italia) e hanno detto loro di andare al cimitero Beheste Reza: abbiamo giustiziato vostro figlio e lo abbiamo sepolto», è stato il messaggio delle autorità ai parenti secondo l’agenzia di stampa britannica.

Chi è Majidreza Rahnavard
Il giovane manifestante sarebbe stato durante picchiato durante la sua detenzione, tanto da subire la frattura di un bracco. Successivamente è stato esposto alla tv di Stato mentre confessava gli omicidi. Secondo gli osservatori dei diritti umani l’esecuzione di Rahnavard sarebbe avvenuta sotto la pressione delle autorità. Si tratta del secondo manifestante giustiziato dopo Mohsen Shekari, il 23enne impiccato giovedì scorso, anche lui condannato per «muharebeh» e per aver partecipato a un blocco stradale e colpito – apparentemente con un machete – una guardia della milizia Basij, ferendolo ad una spalla. Nella giornata di ieri, domenica 11 dicembre, i giudici – secondo l’edizione farsi della Bbc – hanno pronunciato la sentenza capitale anche nei confronti di Amir Nasr-Azadani, un ex calciatore 26enne arrestato lo scorso 27 novembre con l’accusa di appartenere a una banda illegale che mira a «colpire la sicurezza del Paese».
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