Iran, l’allenatrice di pallavolo e madre di tre figli condannata a morte per un calcio a un paramilitare

La denuncia: Fahimeh Karim si trova nel carcere di Khorin, a Pakdash, nella regione di Teheran

Condannata a morte con l’accusa di aver dato calci a un paramilitare durante una manifestazione a Pakdasht, nella regione di Teheran. La notizia che arriva dall’Iran parla di Fahimeh Karim, una giovane donna, allenatrice di pallavolo e madre di tre figli che nei giorni scorsi ha preso parte alle proteste contro il regime dittatoriale del paese in cui vive. Sono quasi 80 giorni che il popolo iraniano combatte per chiedere la libertà e il rispetto dei diritti civili. Un’ondata di protesta nata dall’uccisione della giovane Mahsa Amini, la 22enne di origine curda morta lo scorso 16 settembre sotto custodia della polizia morale iraniana dopo esser stata fermata perché non indossava correttamente l’hijab. Fahimeh Karim è stata di recente trasferita dal carcere di Evin a Teheran a quello di Khorin, a Pakdash, e in molti continuano ad esprimere preoccupazione per la sua sorte. Insieme al caso di Karim si aggiungono di ora in ora nuove vittime del regime repressivo iraniano, spesso donne. Poche ore fa il media IranWire ha riferito che l’abitazione della famiglia della scalatrice iraniana Elnaz Rekabi è stata demolita da funzionari governativi. L’atleta aveva gareggiato senza indossare il velo in ottobre ai Campionati asiatici della Federazione internazionale di arrampicata sportiva a Seul. Poi aveva ritrattato sostenendo che il velo le fosse caduto per errore durante la gara. Rekabi aveva preso parte alla competizione senza hijab proprio quando le proteste anti-regime si stavano diffondendo in tutto l’Iran. Ed era finita sotto la custodia della polizia morale perché non aveva indossato correttamente il velo. Pochi giorni fa un assistente di volo è stata colpita a morte dalle forze di sicurezza. Sanaz Keshavarz è stata presa di mira a Karaj lo scorso sabato 26 novembre. E ancora la 23enne Mina Bukaii è stata arrestata nel distretto di Naziabad di Teheran. Accusata di aver guidato le proteste, prima di essere presa, aveva ricevuto telefonate anonime che la minacciavano di stupro. La 34enne Neda Mohseni è stata portata via dalla polizia di regime durante una protesta a Isfahan. la sociologa e turista iraniana è stata torturata dalle forze dell’ordine.


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