Senato, Meloni fa ironia su M5s: «Diamo il Reddito di cittadinanza ai russi per convincerli a ritirare le truppe?» – Il video

Parlando all’Aula di Palazzo Madama, la presidente del Consiglio accusa l’Europa di essere «miope sulle grandi scelte strategiche»

Dopo il giro di interventi e repliche di ieri, 13 dicembre, a Montecitorio, questa mattina Giorgia Meloni è a Palazzo Madama per le comunicazioni del governo sul Consiglio europeo del 15 e 16 dicembre. I temi affrontati dal capo dell’esecutivo sono gli stessi: dal ruolo dell’Italia nello scacchiere geopolitico alla guerra in Ucraina. Con una novità: un accento marcato sul coinvolgimento dei Balcani nelle istituzioni dell’Unione europea. «Le Nazioni dei Balcani occidentali sono storicamente amiche, si fidano di noi, e l’Italia può giocare un ruolo da protagonista nella regione. Ribadirò al Consiglio europeo di favorire l’adesione delle Nazioni dell’area all’Unione europea, credo che sia utile per l’Europa, per la stabilità, e che una concreta possibilità di adesione sia lo strumento più forte per tenerle ancorate ai nostri valori». La presidente del Consiglio crede che «l’allargamento – dell’Unione – comporterebbe un maggiore protagonismo e centralità per l’Italia. La raccomandazione al Consiglio europeo di concedere lo status di candidata alla Bosnia Erzegovina è un piccolo tassello su cui domani possiamo fare un passo avanti».


Rispondendo alle dichiarazioni di Tatjana Rojc, senatrice del Pd di lingua slovena, Meloni sottolinea che la sicurezza dei Balcani occidentali è un priorità per il governo, «particolarmente oggi quando le conseguenze del conflitto ucraino impattano su una regione con problemi di stabilità. C’è un tentativo ulteriore messo in campo dalla Russia di destabilizzazione, e c’è l’interesse dell’Europa, in particolare dell’Italia, alla stabilizzazione». In generale, l’invito rivolto ai senatori dalla presidente del Consiglio e di non portare avanti una sottovalutazione del ruolo dell’Italia nel mondo. «In questo ultimo mese mi sono trovata al cospetto dei leader dei maggiori paesi internazionali e ho sempre più l’impressione che per questa nazione il problema siamo noi, siamo noi quelli che non hanno consapevolezza di quanto l’Italia sia considerata nel resto del mondo. È un problema tutto italiano».


Il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo

La leader di Fratelli d’Italia ricorda che questo tema è emerso già in campagna elettorale, «quando strumentalmente qualcuno sosteneva che con un governo a guida Meloni, un governo di centrodestra, l’Italia sarebbe stata isolata nel mondo come se fosse davvero possibile isolare una nazione fondatrice della Ue, della Nato e con un ruolo fondamentale nel Mediterraneo». A tal proposito, Meloni rivendica il ruolo di capofila dell’Italia con un piano per l’Africa, e imputa all’Europa «l’errore di indietreggiare dalla sua capacità di influenza sull’Africa, andando in ordine sparso per difendere interesse nazionali. Questo è figlio dell’Italia che ha indietreggiato in quel contesto». Ma anche dell’Europa, accusata da Meloni anche per un certo immobilismo sulla risposta alla crisi energetica: «È stata incapace di trovare in tempi rapidi una soluzione efficace sulla vicenda energetica. C’è in ballo la tenuta del sistema produttivo, delle imprese e delle famiglie».

La premier candida l’Italia a diventare un hub di approvvigionamento energetico per l’intera Unione e ricorda il finanziamento europeo «da oltre 300 milioni» per collegare Italia e Tunisia. «Io sto dialogando con tutti i paesi del Nordafrica e del fronte mediterraneo per rafforzare la nostra capacità di fare da interfaccia. È una grande occasione anche se sapremo utilizzare le risorse del Pnrr». Per un’Europa tacciata di essere miope nelle grandi scelte – il riferimento è agli interessi nazionali dei singoli Paesi in materia di gestione della crisi energetica -, Meloni ritiene che sia mancata una triangolazione Francia e Germania. «Il tavolo – europeo – ha barcollato anche perché le gambe erano due. Ora la situazione è cambiata e consente a noi di giocare un ruolo diverso». Ma ciò, per Meloni, non vuol dire che debba esserci un’Europa di Serie A e una di serie B: «Che messaggio diamo alla Russia quando diciamo che la Polonia non è nostra amica?».

L’ironia sulla posizione dei 5 stelle sulla guerra in Ucraina

A proposito di aggressione russa in Ucraina, il capo dell’esecutivo ribadisce la ferma volontà di sostenere Kiev, anche con l’invio di armamenti. E fa ironia sul Movimento 5 stelle: «Si può proporre un Reddito di cittadinanza ai russi per convincerli a ritirare le truppe?». Rispondendo al senatore grillino Pietro Lorefice, ricorda che «l’invio delle armi è stato deciso da precedente governo, con il M5s alla guida. A nome dell’Italia voglio ringraziare il Movimento 5 stelle per il sostegno che ha dato al popolo ucraino. Contano i fatti più delle parole». La premier, poi, continua a incalzare i 5 stelle: «Tutti vogliono la pace. Non siamo contenti del conflitto ucraino. Siccome tutti lavorano per la pace, voi sembrate avere soluzioni che io non ho. Vorrei foste più concreti, che mi aiutaste a capire cosa intendete quando parlate di negoziati. Al di là di quelli che pensano che sventolando la bandierina colorata si possa ottenere la pace. Potete cortesemente spiegarmi i contenuti? L’Ucraina deve arrendersi perché questo ci consente di ottenere la pace? Non sono d’accordo che Ucraina deve arrendersi, ma se voi ce lo dite almeno abbiamo chiara la posizione del M5s. Oppure, come scritto nella vostra risoluzione, chiedete l’immediato ritiro delle truppe russe: potete dirci come si possono convincere i russi? Si può proporre loro un Reddito di cittadinanza? Oppure ritenete che si debba riconoscere la giurisdizione russa sui territori annessi e oggetto di referendum che considero illegittimi? La questione è seria, bisogna scendere nel concreto».

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