Scuola, Valditara: «Classi di 10 alunni contro l’abbandono scolastico». Tutte le novità, dai tutor alla didattica personalizzata

In un’intervista a la Repubblica il ministro dell’Istruzione tocca vari argomenti a lui cari, tra cui il bullismo e l’orientamento scolastico

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara assicura che per contrastare l’emergenza abbandono scolastico «da gennaio andrò nelle scuole in realtà difficili per capire, ci sono situazioni dove i genitori non mandano volontariamente i figli a scuola ed è gravissimo». In un’intervista a la Repubblica il ministro spazia e parla di tutte le novità che ha intenzione di introdurre nella scuola italiana: ci sono i tutor, classi sperimentali meno numerose di quelle attuali – 10 studenti -, la didattica personalizzata e anche una commissione di esperti per contrastare il bullismo. Riguardo le tensioni nelle scuola di cui parlano docenti e presidi, il ministro dichiara: «La scuola deve tornare a essere luogo di serenità, dopo la tensione emotiva causata dalla pandemia e dopo le conflittualità esplose in questi ultimi anni. Penso ad uno Stato-amico: ecco anche la scuola deve essere amica». E per farlo, spiega il ministro, «abbiamo appena approvato le linee guida sull’orientamento che introducono l’idea della personalizzazione dell’insegnamento e la figura del docente tutor alle medie e superiori».


L’orientamento e i tutor

A essere menzionate sono poi le 30 ore di orientamento che il ministero intende introdurre con la nuova riforma della scuola. «Ogni scuola le gestirà in autonomia», spiega Valditara, facendo presente che «non sono una nuova materia. Alle medie e nel biennio delle superiori potranno anche essere corsi al pomeriggio, nel triennio, coi più grandi, saranno 30 ore curriculari per ogni anno, non solo in quarta e quinta come prevedeva il Pnrr». A queste, dovrebbero associarsi anche i tutor. Ciascuno di loro «in ogni classe e specificamente formato, avrà questa funzione aggiuntiva, dovrà farsi carico di chi ha maggiori difficoltà di apprendimento o disagio psicologico lavorando in team coi colleghi, suggerendo percorsi e supporti specifici, dialogando con le famiglie» per aiutarle, assieme allo studente, nel percorso di orientamento.


L’esempio francese contro l’abbandono scolastico

Valditara tocca anche il caso di Mirko Destefani, che ha fieramente abbandonato la scuola a 16 anni, dopo aver ottenuto appena la licenza media. Il ministro spiega che la storia lo «ha colpito». Soprattutto perché «in tanti suoi fallimenti c’è stato un passaggio positivo: quando si era ben inserito dai Salesiani. Bisogna capire poi cosa si è interrotto. A Mirko dico di riaccendere quella luce, di tornare a scuola: «Se non riesci a concludere un percorso formativo, rischi di non avere in mano nulla, di avere una vita di profondo disagio». Sull’abbandono scolastico nei contesti socio-culturali più disagiati, Valditara cita l’esempio delle banlieue francesi: «Mi incontrerò presto con il ministro francese per sperimentare anche da noi classi da 10 alunni invece che 20-25 nei contesti più difficili. All’Ocse ho portato la proposta di creare una banca dati sulle migliori pratiche nella lotta alla dispersione scolastica. Mentre ho appena istituito una commissione di esperti sul bullismo che è una delle cause dell’abbandono, per trovare soluzioni».

I fondi e il Pnrr

Il ministro informa poi del fatto che il Pnrr prevede per la scuola circa 1,9 miliardi di fondi, 1,2 dei quali dedicati solo alla riqualificazione degli edifici. Anche se ammette che la manovra al vaglio della Camera proprio oggi effettua tagli alla scuola per 116 milioni in tre anni. A riguardo commenta: «I tagli sono collegati agli obiettivi stabiliti dal governo Draghi, abbiamo selezionato voci che impattano il meno possibile sulla scuola».

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