«Spostavo mobili, non mi lasciava in pace»: chi è l’uomo accusato di aver picchiato a sangue il nipote acquisito di 6 anni a Ventimiglia

Si chiama Luigi C. ed è indagato per lesioni gravissime. La nonna del piccolo Maria Antonia C. accusata di concorso

Si chiama Luigi C. e ha 75 anni l’uomo accusato di aver picchiato Ryan, 6 anni, il bimbo di Ventimiglia ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Gaslini di Genova. Il ragazzino si trova in coma farmacologico dal 20 dicembre. I medici hanno riscontrato sul suo corpo una serie di fratture alle vertebre e alle costole. Una gli ha trafitto un polmone. I magistrati ipotizzano il reato di lesioni gravissime. Indagata anche la nonna di Ryan, Maria Antonia C., 65 anni. Accusata di concorso perché avrebbe caricato il bambino in auto per portarlo al padre. Raccontandogli di averlo trovato così in strada e accusando un pirata per le ferite. Entrambi sono attualmente a piede libero. Ma si teme che la coppia possa essere vittima di vendette. «Ora deve marcire», ha detto Simone, il papà del bambino, riferendosi al compagno della madre.


La ricostruzione

La storia comincia il 19 dicembre. Ryan è affidato alla custodia della nonna e del compagno. I due raccontano di averlo perso di vista per una distrazione e che dopo poco lo hanno ritrovato a terra in strada, in via Gallardi, a pochi metri dalla casa della nonna. L’uomo parla di investimento da parte di un’auto pirata. Ma nell’orario indicato le telecamere della zona non registrano alcun transito di autovetture. La coppia dice di aver raccolto il piccolo e di averlo portato in auto al negozio del padre, in piazza della Costituzione, che dista alcuni chilometri. E per giorni i due confermano agli investigatori, in momenti diversi, quella versione. «Non ricordo», dice il bimbo in stato di semiincoscienza al papà che chiede cosa gli sia successo mentre chiama i soccorritori.


La svolta

La svolta nell’indagine arriva mercoledì 28 dicembre. Luigi C. si presenta insieme alla sua avvocata Maria Spinosi davanti alla pm Maria Paola Marrali. E confessa. Racconta di aver perso la testa quando ha visto il bambino entrare nella stanza contrariamente a quanto gli aveva detto. Dice di averlo colpito con un calcio e poi con un bastone di quelli usati per le tende. In casa prima e poi nel cortile dove il bambino era fuggito e dove viene notato rannicchiato da un testimone. «Spostavo dei mobili, non mi lasciava lavorare», dice l’uomo agli inquirenti. Emerge che Ryan è stato colpito anche con il manico di un ombrellone.

Nessun precedente

L’avvocata Maria Gioffrè, legale del papà di Ryan, ha detto che mai prima del 19 dicembre il bimbo aveva manifestato disagi nella frequentazione della nonna e del suo compagno. Il padre «ha sempre lasciato a sua madre e al compagno il figlio. Era tranquillo come lo sono i genitori che sanno di poter contare sui nonni. Non ci sono mai stati segni sul corpo del bambino né altro che potessero far pensare a maltrattamenti». A carico del compagno della donna non ci sarebbero denunce o segnalazioni per comportamenti violenti.

Foto copertina da: Primo Canale

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