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Charlie Hebdo, minacce e insulti a un vignettista italiano: aumentata la vigilanza. Hackerato il sito della rivista

05 Gennaio 2023 - 18:34 Redazione
In piena polemica per Teheran a causa delle ultime caricature sul leader supremo Khamenei, la redazione ha denunciato alla giustizia francese un attacco informatico

Il sito del giornale satirico francese Charlie Hebdo è stato hackerato. In piena polemica per Teheran a causa delle ultime caricature pubblicate dalla redazione riguardanti il il leader supremo Khamenei, poche ore fa il sito della rivista è stato vittima di un attacco informatico su cui la giustizia francese ha aperto un’inchiesta. La denuncia è stata presentata dalla stessa redazione di Charlie Hebdo. L’ultima edizione del giornale diffusa poche ore fa e che ha creato non poche polemiche e reazioni è dedicata a tutti i manifestanti che da oltre quattro mesi affollano le piazze iraniane per rivendicare le proprie libertà. Ma anche per ricordare le vittime dell’attentato di otto anni fa alla sede del giornale Parigi. Una scelta che ha destato l’immediata reazione anche da parte del governo iraniano. Dopo aver visto sulle pagine pubblicate l’ayatollah Khamenei disegnato con una vagina intorno al volto o mentre indossa un turbante con una miccia accesa, il ministro degli esteri Hossein Amirabdollahian non ha esitato a commentare: «Hanno scelto una strada sbagliata. Di recente abbiamo imposto sanzioni a Charlie Hebdo. A questa mossa insultante e maleducata del periodico francese risponderemo in modo deciso ed efficace».

Tra i vignettisti anche un italiano: per lui minacce e insulti

Tra le vignette pubblicare nell’ultimo numero di Charlie Hebdo anche quella di Paolo Lombardi, autore italiano della provincia di Arezzo. Il 59enne ex operaio è stato uno dei 35 vincitori del concorso indetto dalla redazione francese che aveva invitato i partecipanti a realizzare illustrazioni aventi come protagonista la Guida Suprema della Repubblica Islamica. Il disegno di Lombardi che raffigura una donna che urina sull’immagine dell’ayatollah Khamenei è stato pubblicato sulla prima pagina del numero speciale. Subito dopo la diffusione contro l’artista aretino si è scatenata una bufera di insulti e minacce social entrate sotto la luce d’ingrandimento delle forze dell’ordine per il plausibile rischio di azioni sconsiderate. Nei prossimi giorni, sempre secondo quanto si apprende dalle stesse forze dell’ordine, la prefettura di Arezzo deciderà se adottare misure ancora più mirate. Lombardi ha già un curriculum riconosciuto nei giornali francesi avendo pubblicato vignette per Le Monde e Le Figaro e su altre pubblicazioni. Sull’ultima vicenda ora è lui stesso a spiegare: «Ho partecipato ad un concorso indetto dal giornale francese e ho scoperto poi di essere rientrato tra i 35 vignettisti scelti per la pubblicazione, addirittura in prima pagina. Questa vignetta è frutto della mia indignazione per quanto accade in Iran. Considero la libertà di espressione fondamentale. Quasi tutti i disegnatori sono iraniani e rischiano più di me. Ho un’amica iraniana che non sento più». E ancora: «In passato ho fatto un altro lavoro ma disegno da una vita. Sono spesso stato attaccato in precedenza, mi è successo per esempio per delle vignette su Erdogan. Ma vado avanti perché attraverso la satira ho la convinzione di difendere anche la libertà». Il giorno dopo, 6 gennaio, Lombardi ha smentito di aver ricevuto minacce e i virgolettati rilasciati in questo caso all’agenzia Ansa, oltre che a qualsiasi altra testata.

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