Inflazione: l’Italia è la quarta peggiore nella Ue. Rincari record per il riso, meglio su carne, pesce e formaggi

Ancora rincari nel carrello della spesa per gli italiani, soprattutto sugli alimentari

L’Italia è al quarto posto nell’area dell’euro per inflazione alta, superata solo da Lituania, Lettonia, Estonia e Slovacchia. Con i dati preliminari di dicembre rilasciati prima da Istat e nel giorno dell’Epifania da Eurostat, il caro prezzi italiano su base annuale (+11,6%) sembra essere uno di quelli più seri. Dipende come tutti dal caro energia che pesa più in Italia che altrove, essendo un paese più esposto degli altri al fluttuare dei prezzi di gas e petrolio perché ha meno risorse proprie su cui potere contare. Come in tutti i paesi il caro energia si porta dietro soprattutto il rialzo dei prezzi degli alimentari, oltre a quello dei trasporti e dei servizi collegati. Ma nel carrello della spesa non tutto è aumentato allo stesso modo, e l’Italia per molti generi di prima necessità ha sentito meno di altri paesi dell’area dell’euro i morsi dell’inflazione.


La vera stangata nazionale è stata quella dei prezzi del riso, cresciuti in un anno del 35,4% anche per ragioni climatiche. Il dato è molto superiore a quello medio dell’area dell’euro (+23,2%) e più del doppio del rincaro in Francia (+15,8%), in Spagna (+15,3%) e in Grecia (+9,8%). Il rincaro della pasta (+21%) è stato invece lievemente inferiore a quello medio dell’area dell’euro (+22,2%). Lo stesso si può dire per il costo di pane e cereali (In Italia +16,2%, la media area euro è +17,1%). Sono saliti meno che nel resto di Europa i prezzi della carne (Italia +10,9%, area Euro +15,1%), che in altri paesi come la Germania sono cresciuti assai di più (+19,8%). Stessa cosa per i prezzi del pesce : Italia +10,1%, Germania +18% e Francia +12,3%, mentre la media area euro è stata +12,5%.


Rincaro forte per latte, uova e formaggi (+18,4% in Italia), ma assai inferiore alla media dell’eurozona (+24,11%), dove il picco si è registrato in Germania (+33,9%), seguita da Grecia (+25,3%) e Spagna (+24,4%). I prezzi della verdura in Italia sono cresciuti del 15,2%, mentre nell’eurozona è andata peggio (+16,6%). Stessa cosa per i prezzi della frutta, cresciuti del 7% contro una media eurozona del 7,8%.

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