Qatargate, Silvia Panzeri resta ai domiciliari: la Corte d’appello di Brescia rigetta l’istanza della difesa

La figlia dell’ex eurodeputato in cella a Bruxelles è indagata per concorso in associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio

Silvia Panzeri, la figlia dell’ex eurodeputato in cella a Bruxelles nell’ambito del Qatargate, resta agli arresti domiciliari. La richiesta avanzata dai difensori Angelo De Riso e Nicola Colli di rimettere in libertà la loro assistita o di concederle l’obbligo di firma, è stata infatti rigettata dalla Corte d’Appello di Brescia. Suo padre Antonio è entrato sotto la lente della giustizia per il ruolo centrale che si sospetta abbia rivestito nella presunta rete corruttiva allestita presso le istituzioni Ue da Qatar Marocco. Silvia è a sua volta indagata per concorso in associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio. I giudici della Corte d’Appello hanno stabilito che la misura dei domiciliari disposta dai loro colleghi in esecuzione del mandato di arresto europeo sia corretta. Si attende adesso la decisione, prevista in tempi ravvicinati, sulla consegna richiesta dal Belgio. I legali della donna hanno sostenuto che i 200 mila euro ‘congelati’ su richiesta della magistratura belga sul suo conto corrente non sarebbero altro che «compensi, frutto della sua attività professionale». Silvia Panzeri esercita la professione di avvocato, e la «necessità» di tornare al lavoro era stata anche alla base della richiesta rigettata dalla Corte d’Appello bresciana. De Riso e Colli hanno impugnato il sequestro disposto dal gip di Bergamo in seguito all’istanza avanzata dalla Procura in esecuzione di un ordine di investigazione europeo. Ritengono inoltre, secondo quanto riporta Ansa, che nel provvedimento ci siano dei «vizi»: ne discuteranno, senza però entrare nel merito della vicenda, davanti al Tribunale del Riesame bergamasco.


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