Condanne a morte in Iran, Tajani: «Teheran ha superato la linea rossa». Pene fino a 10 anni per chi aveva incitato allo sciopero

La dura presa di posizione del ministro degli Esteri italiano dopo le nuove esecuzioni capitali di due ragazzi

«L’Iran ha superato la linea rossa, il punto di non ritorno, cominciando a eseguire le condanne a
morte
». È la dura presa di posizione di oggi del ministro degli Eteri Antonio Tajani su Teheran, che arriva dopo le nuove condanne capitali eseguite dal regime islamico. Ieri, infatti, due giovani sono stati uccisi senza aver avuto diritto a un processo equo e senza nemmeno aver potuto vedere le prove sulla base delle quali sarebbero stati accusati. Tajani si unisce nel biasimo delle istituzioni iraniane alla presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola che ieri aveva richiamato l’Europa a offrire una «reazione che tenga conto delle responsabilità del regime». «L’Italia è contraria alla pena di morte», ha ribadito il ministro: «togliere la vita è inaccettabile soprattutto se lo si fa in nome di Dio». Condanne «sproporzionate per i reati commessi», commenta Tajani, che annuncia di aver convocato l’ambasciatore. «Gli ho chiesto di inviare un messaggio a Teheran con il blocco delle condanne a morte», ha detto Tajani. «Mi pare che la risposta giunta informalmente vada nella posizione opposta. Speriamo che Teheran cambi posizione», ha concluso.


300 mila firme contro i crimini dell’Iran

Oggi all’ambasciata iraniana di Roma è stata consegnata invece la petizione lanciata dal quotidiano La Stampa per porre fine alla repressione delle proteste, che ha raccolto in poche settimane oltre 300mila firme tra i cittadini. A Torino invece è in programma nel primo pomeriggio un corteo per protestare contro i crimini dell’Iran.


Pugno di ferro

Non accenna tuttavia a fermarsi, anzi, la repressione del regime iraniano contro le proteste in corso nel Paese da settembre, dopo la morte della giovane Mahsa Amini nelle mani della polizia morale. Altri quattro cittadini iraniani sono stati condannati a pene che vanno da uno a dieci anni di carcere per aver incitato ad uno sciopero durante il movimento di protesta. Lo ha annunciato oggi una fonte ufficiale di Teheran. L’Afp precisa che è la prima volta dall’inizio dell’ondata di proteste che un tribunale pronuncia condanne per istigazione allo sciopero. Il 5 dicembre, gli attivisti avevano lanciato sui social network appelli per uno sciopero di tre giorni a sostegno delle proteste.

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