«La Puglia invasa dai cormorani, stanno devastando gli allevamenti di pesce»: la denuncia di Coldiretti

Ma l’ornitologo dell’Ispra spiega: «Non ci sono aumenti significativi nel numero»

Addio spigole! Dalla Puglia il dramma degli allevatori: i cormorani grazie al caldo record non migrano più e si fermano lì stanziali facendo strage nelle gabbie in cui si allevavano le spigole. Riescono a divorare anche metà allevamento. In pochi anni, i cormorani in Puglia sono «più che triplicati a causa della tropicalizzazione». Questo è l’allarme di Coldiretti Puglia che definisce quella in corso un’invasione che impatta gravemente gli allevamenti di pesce, di cui i cormorani sono voraci. «Se questi predatori ci dimezzano la produzione di una vasca per noi significa perdere tutto il guadagno» dice a La Stampa l’itticoltore Nello Totogiancaspro, che parla a nome suo ma rappresenta il disagio di un’intera categoria. Le assicurazioni, infatti, non coprono questo tipo di danni.


«Il 20% dei pesci allevati viene ucciso»

«Quando ti prendono di mira, te li trovi qui tutti i giorni», continua Totogiancaspro. I cormorani si immergono sott’acqua entrando nelle gabbie dei pesci, e li catturano. Si concentrano soprattutto sui pesci di piccole dimensioni, come, appunto, le spigole. «Meno male che nella nostra zona la loro presenza è solo nei mesi invernali e poi ritornano nei Paesi d’origine», fa notare l’allevatore, aggiungendo: «A volte mangiano così tanti pesci che poi hanno difficoltà a riprendere il volo e uscire», anche se a volte non riescono a deglutirlo, quindi lo uccidono e poi lo sputano. Per Totogiancaspro, la situazione è tragica: «Non pago nemmeno le spese che ho sostenuto». La stima di Coldiretti è del 20% di pesci persi negli allevamenti, che giustifica la richiesta di migliori barriere intorno alle gabbie.


L’ornitologo: «Non ci sono aumenti significativi nel numero»

Non tutti, però, si accodano all’allarme. Sul numero dei cormorani «gli unici dati disponibili sono quelli ufficiali. E non ci sono aumenti così massicci» fa sapere a la Stampa l’ornitologo Cristiano Liuzzi, censitore abilitato Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). «Il 2010 è stato l’anno con una presenza maggiore: 7.980 cormorani censiti in tutta la Puglia. Non è un numero tale da creare un allarme così eclatante. La loro presenza si attesta indicativamente su queste cifre», informa Liuzzi. Che aggiunge: «I dati del censimento del 2021-22 non sono stati ancora ufficializzati, ma sono in linea con quelli precedenti». Tuttavia, l’ornitologo invita chi abbia dati diversi a farsi avanti, per poi concludere: che il numero dei pesci sia calato «così drasticamente è tutto da dimostrare». Inoltre, sostiene, «la maggior parte degli esemplari che predano non ha valore commerciale. Il sospetto è che lanciare allarmi possa essere un incentivo per spingere su indennizzi e una deroga alla legge sulla caccia. Sia chiaro: sparare ai cormorani non è la soluzione».

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