Lo scatto di Calenda sul partito unico: così il Terzo polo apre le porte ai delusi di Pd (e Forza Italia) – Il video

Il leader del Terzo polo d’accordo con Renzi: entro settembre prossimo vorrebbe riunione circa 1.000 tra attivisti e politici per un nuovo partito liberale

Il piano di Carlo Calenda verso la formazione del partito unico tra Italia Viva e Azione dovrebbe partire dalla fine del congresso Pd e le elezioni Regionali, per arrivare poi al massimo al prossimo settembre per una vera e propria assemblea costituente di un partito unico dei liberali, che punterebbe alle prossime elezioni Europee del 2024. L’Opa sul centro di Calenda e Matteo Renzi sembra ormai partita, con il leader del Terzo polo che avrebbe in testa già chiare le tappe e il modo in cui spera di accogliere, per esempio, i possibili delusi della nuova segreteria dem, oltre che quelli di +Europa e perché no anche transfughi di Forza Italia. A proposito del progetto, Calenda spiega: «Prima di tutto si aprirà ad associazioni e personalità per scrivere un manifesto di valori e di obiettivi politici che questo movimento vuole conseguire. Scritto il manifesto, nel periodo che va da fine congresso Pd e fine delle regionali, diciamo marzo, aprile, penso poi che dovremo fare una assemblea costituente che potremo tenere a giugno o a settembre».


All’assemblea costituente che ha in mente Calenda dovrebbero trovare spazio un po’ tutti: «forze politiche, movimenti culturali, single personalità, correnti minoritarie», per un totale di mille persone. E poi c’è un’altro desiderio di Calenda, cioè quello di scongelare i rapporti ormai gelidi con +Europa, dopo lo strappo alla vigilia delle ultime elezioni Politiche: «Io ho fatto scelte molto diverse da quelle di Benedetto Della Vedova e di +Europa e ce ne siamo dette di tutti i colori. Ma +Europa deve stare in questo processo politico non può non esserci». C’è spazio anche per i singoli nomi, come Carlo Cottarelli, presente all’evento a Milano, fresco eletto con il Pd: «E che in modo del tutto legittimo ha scelto un percorso interno al Pd, pensando che possa essere ancora riformato. Ma Carlo, ti dico che non può esserlo. Il Pd non può essere altro perché la sua base è divisa».


Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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