Femminicidio Scialdone, il ristoratore ribadisce: «Chiamato il 112 e fornito anche il numero di targa»

«Continuiamo a collaborare attivamente con le autorità allo scopo di perseguire la verità dei fatti», fa sapere il gestore del locale, inizialmente accusato di non aver dato l’allarme

Non ci stanno, i gestori del ristorante Brado di Roma, quello all’uscita del quale Martina Scialdone è stata uccisa, a passare per testimoni distratti di una lite poi sfociata in omicidio. E tengono a farlo sapere di nuovo, pubblicamente. Con un post su Instagram, il ristorante ha nuovamente fornito la sua ricostruzione della tragica ultima notte di Scialdone, e dei tentativi di salvarla dall’aggressione del suo ex compagno, Costantino Bonaiuti, fuori di sé la sera del 13 gennaio scorso. «Continuiamo a collaborare attivamente con le autorità ai fini dell’espletamento delle indagini con l’unico scopo di perseguire la verità dei fatti che finalmente sta emergendo in queste ore anche da fonti certe», si legge nel post, nel quale il locale annuncia ai suoi clienti la chiusura ancora per due giorni. Segue lo smontaggio delle false ricostruzioni circolate dopo il femminicidio. «Come già detto, a seguito della lite che si è innescata nel locale abbiamo contattato immediatamente il 112, fornendo anche la targa della vettura quando la coppia usciva spontaneamente dal ristorante e in un primo momento si allontanava». Il messaggio di Brado si conclude con il rinnovo delle condoglianze alla famiglia della «povera Martina» Scialdone.


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Foto: ANSA/ANGELO CARCONI – Il presidio indetto dal VII municipio di Roma e dalla rete dei centri antiviolenza davanti al ristorante Brado, dove l’avvocata Martina Scialdone è stata uccisa venerdì sera dall’ex compagno – Roma, 16 gennaio 2023.

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