Il senatore Claudio Borghi (Lega): «Non voteremo mai il Mes. Non regaleremo 130 miliardi alla Germania»

Perché, secondo il senatore, «se noi ora mettiamo dei soldi nel Mes chi saranno gli unici che in prospettiva potranno averne bisogno? I tedeschi»

Claudio Borghi, senatore della Lega e fedelissimo di Salvini, annuncia che il Carroccio non voterà mai il Mes. Il nuovo trattato del fondo salva-Stati è atteso per la ratifica in Parlamento. La premier Giorgia Meloni ha già annunciato che il suo governo non chiederà i soldi per la sanità. Ma la firma per l’ok è cosa diversa. In un’intervista a La Stampa Borghi dice che chiedergli come voterà sul Meccanismo Europeo di Stabilità «è perfettamente inutile, quasi provocatorio. Ovviamente, combatterò il Mes con ogni mezzo possibile. E non voterò mai una ratifica con qualsivoglia postilla o rassicurazione dovesse essere accompagnata». Il senatore dice di non essere convinto che la strada «sia segnata». Ovvero che il governo e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ratifichino il trattato. Anche perché l’inquilino di via XX Settembre ha già parlato della necessità di un ampio dibattito prima dell’ok.


Il capitale del Mes

Il primo voto contrario al Mes da parte della Lega, ricorda Borghi, risale al 2012. «Dalla nostra parte c’è una lunga tradizione. Mentre dentro Fratelli d’Italia l’unico a votare contro allora fu Guido Crosetto. Per loro è diverso». Salvini ha comunicato ai suoi che cominceranno a discuterne questa settimana. Ma per Borghi non c’è bisogno di parlarne tanto. Perché, secondo il senatore, «se noi ora mettiamo dei soldi nel Mes chi saranno gli unici che in prospettiva potranno averne bisogno? I tedeschi». Il capitale che l’Italia dovrà mettere nel Mes è pari a 130 miliardi di euro. «Ma nel nuovo trattato c’è scritto che la mancante parte del capitale può essere richiesta, a totale discrezione del direttore del Mes. E che lo Stato deve adempiere entro una settimana. In altre parole, si può chiedere all’Italia di saldare i mancanti 115 miliardi in una settimana, portandola verso il fallimento. E il direttore del Mes godrebbe, sempre secondo il trattato, dell’immunità penale e civile».


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