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Messina Denaro, i cittadini di Campobello e Castelvetrano sfileranno insieme contro la mafia: «La Sicilia è nostra e non di Cosa Nostra»

23 Gennaio 2023 - 19:38 Redazione
Dal paesino natale del boss e da quello in cui aveva il suo covo partiranno mercoledì due cortei per dire "no" alla mafia

«La Sicilia è nostra e non di Cosa Nostra». Sarà questo lo slogan attorno al quale i cittadini Campobello di Mazara e quelli di Castelvetrano potranno radunarsi, nella manifestazione congiunta indetta dai due Comuni per ribadire la contrarietà della popolazione – accusata nei giorni scorsi di omertà nei confronti del super-latitante Matteo Messina Denaro – alla mafia. Il corteo partirà alle 18 di mercoledì 25 gennaio dal vicolo San Vito, a Campobello, davanti al covo di Matteo Messina Denaro, arrestato lo scorso 16 gennaio a Palermo. È previsto un altro momento di ritrovo alla chiesa della Madonna di Fatima: quindi da lì gli abitanti del paesino scelto come rifugio dal boss mafioso sfileranno fino a congiungersi con quelli della città natia di Messina Denaro. I due centri storici distano appena sette chilometri l’uno dall’altro. Si tratta di una manifestazione «per gridare insieme un forte NO alla mafia», annunciano gli organizzatori. Concetto ribadito anche da Giuseppe Castiglione, primo cittadino di Campobello: «Uniti possiamo essere ancora più forti contro la mafia».

Il ringraziamento alle forze dell’ordine

«In questa manifestazione – ha aggiunto il primo cittadino – che è stata voluta anche dai tantissimi cittadini onesti e laboriosi che rappresentano il vero volto di Campobello e di Castelvetrano, abbiamo voluto coinvolgere anche gli altri sindaci della provincia, perché vogliamo mandare un messaggio forte e univoco di contrasto alla criminalità, ribadendo il nostro sentito ringraziamento alle forze dell’ordine che, con la cattura di Messina Denaro, hanno finalmente liberato il nostro territorio da questo terribile e opprimente male». Per Castelvetrano si tratta solo di una delle numerose manifestazioni che si sono susseguite nel paesino in seguito all’arresto del boss. Un modo di voltare pagina ed esprimere la gioia della città per essersene liberata.

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