Il dramma dell’olivicoltore di Campobello di Mazara. Stesso nome e cognome dell’autista di Messina Denaro: travolto dagli insulti

Subissato dalle telefonate, di giornalisti e haters, l’agricoltore ha dovuto per ora chiudere il sito tramite cui vende il suo olio d’oliva

Il suo nome è Giovanni Luppino. Ha un’azienda agricola che porta il suo nome e vende principalmente olio extravergine di oliva. A Campobello di Mazara, provincia di Trapani. Ha anche un profilo dell’azienda su Facebook, dove mette l’indirizzo del sito aziendale per vendere on line e pure il suo numero di telefonino. Da giorni fa una vita di inferno. Perché il telefonino squilla in continuazione e appena risponde gli arrivano insulti di ogni tipo a cui non riesce a replicare. Giovanni Luppino ha lo stesso nome e lo stesso cognome dell’autista di Matteo Messina Denaro. E ha lo stesso tipo di azienda agricola nello stesso identico luogo in cui il boss mafioso si riforniva di olio da regalare a medici e pazienti della clinica La Maddalena di Palermo dove era in cura nel reparto oncologico. Però è un drammatico caso di omonimia: questo Giovanni Luppino ovicoltore a Campobello di Mazara non è l’autista del boss.


Il Giovanni Luppino buono lo ha spiegato anche a Giuseppe Cruciani della Zanzara che ha provato qualche giorno fa una telefonata in diretta a quel numero, convinto che gli avrebbe risposto la moglie di quella che era stata definita sulla stampa «la persona più vicina a Messina Denaro, custode dei segreti del boss». Il poveretto rispondendo ha fornito la prova regina dello scambio di persona: l’autista del boss si trovava in quel momento in carcere, e non poteva certo rispondere al telefonino dell’azienda agricola. In radio il malcapitato omonimo ce l’ha messa tutta per spiegare anche agli ascoltatori l’equivoco. E si è lanciato su spinta di David Parenzo (l’altro conduttore della trasmissione) in proclami su «la mafia fa schifo». Ha sostenuto di non avere mai conosciuto di persona il suo omonimo, ma di sapere bene che esisteva e che faceva il suo stesso mestiere: «Solo che io ho un’azienda micro, lui molto più grande».


Non è bastata però la radio, e il Luppino buono ha dovuto postare anche sul profilo dell’azienda su Facebook l’incresciosa situazione: «Gentili clienti», ha scritto, «visti i diversi commenti spiacevoli, tengo a precisare che si tratta semplicemente di un caso di omonimia con il signore arrestato. Infatti, come potete vedere, sono felicemente a piede libero in mezzo ai miei adorati ulivi. Anzi nell’occasione vi ricordo di ordinare l’olio novello, se non l’avete già fatto. Grazie». Un buon venditore, ma i “commenti spiacevoli” e le telefonate indignate devono essere diventati valanga, e non tutti evidentemente hanno potuto ascoltare La Zanzara. L’azienda ora è travolta da questo scambio di persona, e le vendite on line sono diventate impossibili. Al Luppino buono non è restato che mettere off line il sito www.comenaturacrea.com in attesa che passi la buriana.

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