Rampelli e la federazione commissariata: «Fratelli d’Italia a Roma fondata su di me, qualcuno ha raccontato menzogne»

Lo storico leader del partito nella Capitale chiede di chiudere rapidamente l’incidente

La notizia del commissariamento della federazione romana di Fratelli d’Italia è ufficiale già da alcuni giorni, ma più passa il tempo più il clamore suscitato dalla decisione di Giorgia Meloni, di mandare a gestire gli affari della capitale il toscano Giovanni Donzelli, invece di calare si acuisce. E anche se anticipa di non voler rilasciare vere e proprie interviste, Fabio Rampelli ad Open un paio di cose le dice. Prima di tutto rivendicando il proprio ruolo di «baricentro» di Fratelli d’Italia a Roma. E poi ripetendo che «qualcuno ha voluto veicolare informazioni false» sulle iniziative legate alla campagna elettorale romana: «Come è già accaduto in altri casi in passato si può decidere di tenere il commissariamento solo per la campagna elettorale, ma poi reintegrare il segretario subito dopo». Un breve recap per chi avesse perso le puntate precedenti: domenica scorsa, Giorgia Meloni ha deciso di commissariare la federazione romana, guidata dal rampelliano Massimo Milani, mettendo al suo posto Donzelli.


L’ «incidente» che avrebbe spinto la leader a prendere questa decisione sarebbe stata una iniziativa elettorale di due candidati alle regionali del Lazio, Fabrizio Ghera e Marika Rotondi al teatro Brancaccio. Secondo le accuse, che i coinvolti respingono, per organizzare l’iniziativa che promuoveva due candidati vicini a Rampelli (e non gli altri), sarebbero state usate le mailing list del partito. In più ci si metta che questa area politica fondata da Rampelli, i “gabbiani“, è quella in cui Giorgia Meloni è nata e cresciuta politicamente, dagli anni ’90 ad oggi e che fin dal giorno dopo le elezioni in molti si chiedono come mai Rampelli e i suoi siano stati i più penalizzati nella formazione del governo e nelle cariche parlamentari.


Rampelli spiega che in realtà il commissariamento durante le elezioni non è una novità per Fratelli d’Italia: «Abbiamo una norma per cui chi si candida va sospeso dalle cariche di partito e in caso reintegrato dopo le elezioni, è successo che chi era stato sospeso è stato rimesso al suo posto». Il commissariamento in ogni caso, non riguarda lui personalmente: «Io non ho cariche commissariabili – ribadisce – essendo io il soggetto su cui Fratelli d’Italia ha fondato se stesso a Roma, è normale che io sia il baricentro». Le notizie su cui si basa l’intera vicenda, in ogni caso, dice, sono false «ci sono i comunicati che abbiamo già fatto». «Visto che Milani non è candiato si poteva evitare il commissariamento, oppure affiancarlo in modo da far sentire tutti i candidati a loro agio. Se è arrivato questo provvedimento solo dopo il Brancaccio e non dopo altre iniziative altrettanto partecipate per altri candidati è perché sono state veicolate informazioni false». Sul futuro, vale la frase contenuta nel comunicato dedicato alla vicenda: «Sono convinto che un partito serio e strutturato come il nostro accerterà i fatti e reintegrerà il segretario Milani quanto prima».

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