Gerusalemme, attentato in sinagoga: 7 morti. Ucciso l’assalitore. Netanyahu: «Uno degli attentati più gravi»

La Jihad islamica ha rivendicato l’attentato: «Un’operazione eroica e una vendetta per i morti di Jenin»

Sono 7 le vittime e una decina i feriti in seguito all’attacco fuori dalla sinagoga di Gerusalemme nel quartiere di Neve Yaakov. A riportarlo è il The Jerusalem Post, secondo cui l’assalitore sarebbe stato ucciso dalle forze di sicurezza dopo aver tentato la fuga in auto verso una zona vicina a prevalenza araba della città. Il capo della polizia di Gerusalemme ha inoltre riferito che l’autore dell’attentato è un palestinese: raggiunto dagli agenti – secondo la stessa fonte – ha sparato ai poliziotti prima di essere colpito a sua volta. Nel frattempo, la Jihad islamica ha rivendicato l’attentato: «Un’operazione eroica e una vendetta per i morti di Jenin», ha detto il portavoce dell’Organizzazione, riferendosi ai 9 palestinesi rimasti uccisi ieri, giovedì 26 gennaio, in Cisgiordania negli scontri con l’esercito e al successivo lancio notturno di razzi verso Israele. «L’attentato odierno – continua il portavoce – dimostra che si è saldato un fronte unico che include Gerusalemme, la Cisgiordania e Gaza».


Netanyahu: «Uno degli attacchi più gravi»

Il premier israeliano è andato a visitare i luoghi dell’attacco per dimostrare la sua vicinanza alle vittime e ai familiari, insieme al ministro per la Sicurezza nazionale e ai comandanti della polizia della città. «Uno degli attentati più gravi degli ultimi anni», ha detto Benjamin Netanyahu, «abbiamo deciso alcuni passi concreti immediati e il Consiglio di difesa del governo li varerà in una riunione convocata per domani sera».


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