Lezioni al gelo all’università di Palermo, una studentessa ricoverata in ipotermia: il nuovo caso dopo la bimba di 10 anni

La notizia della donna arriva dopo il caso della bambina di dieci anni ricoverata con tremori e gambe intorpidite per un guasto al riscaldamento della scuola

Dopo il caso della piccola alunna della scuola “Emanuela Loi” di Palermo, ricoverata per ipotermia a causa di un guasto al riscaldamento dell’istituto, ora è una studentessa universitaria ad essersi sentita male per il troppo freddo nell’aula non riscaldata dell’ateneo dove seguiva un corso di formazione. La donna avrebbe avvertito il malore durante lezione ed è stata subito trasportata dai soccorsi del 118 all’ospedale Civico, dove i medici le hanno riconosciuto uno stato di ipotermia. Dopo l’intervento dei sanitari i corsisti hanno protestato per le condizioni dell’aula 12 dell’edificio 19 di viale delle Scienze in cui da quindici giorni assistevano alle lezioni, per poi essere trasferiti in una stanza riscaldata. «Da due settimane seguiamo le lezioni senza riscaldamenti in un ambiente gelido», ha testimoniato un collega universitario della donna ricoverata. Lo scorso 26 gennaio era stata una bambina di 10 anni a stare male per le temperature troppo basse all’interno della sua aula di quinta elementare. «A seguito di malore ed evidente tremore e intorpidimento delle gambe durante il normale svolgimento delle attività didattiche, è stata condotta in ospedale dagli operatori del 118, e il genitore riferisce che i medici abbiano appurato che si sia trattato di ipotermia», aveva confermato la preside Rosaria Corona. Ora l’analogo caso all’università di Palermo tiene aperta la questione delle condizioni spesso disastrose della strutture scolastiche, affrontata negli ultimi giorni da diversi sindacati intervenuti sulla vicenda. «Solidarietà agli studenti, agli insegnanti e alle famiglie che spesso si sentono spesso soli e abbandonati in trincea a combattere contro le inefficienze delle strutture edilizie scolastiche», ha detto segretario della Flc Cgil, Fabio Cirino. «Se il guasto c’è, ed è segnalato da tanto tempo, e accade un incidente, che altro c’è da fare se non essere costretti a chiudere la scuola?».


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