Nel tardo pomeriggio di oggi, 30 gennaio, è stato convocato un Consiglio dei ministri anche per ascoltare l’informativa di Nordio, Piantedosi e Tajani sul caso Cospito. Qualche ora prima di entrare a Palazzo Chigi, il capo del Viminale ha anticipato la sua posizione sulla detenzione dell’anarchico in regime di 41 bis e sulle proteste, spesso violente, che ne sono conseguite. «Sicuramente staremo attenti e innalzeremo l’attenzione», ha detto ai microfoni di Diario del giorno, su Rete 4. «Stiamo seguendo con molta cura quello che sta avvenendo, in maniera del tutto svincolata da quelli che sono i procedimenti che sono in corso a carico – di Cospito, ndr -, e che devono seguire il loro corso, senza che ne possano conseguire delle minacce o delle intimidazioni per gli organismi dello Stato». Il ministro dell’Interno ha ricordato che Cospito è «una persona condannata in via definitiva per gravissimi reati commessi, rispetto ai quali gli organi giudiziari competenti hanno proposto alle istituzioni la sottoposizione al regime carcerario. Non entro nella discussione di quanto sia appropriato o meno – ha concluso Matteo Piantedosi -, ma partiamo dal presupposto che viene applicato a un personaggio che ha dimostrato una discreta pericolosità e che quindi tale è stata valutata anche dagli organismi competenti».
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