Secondo Matteo Salvini in Sardegna non mangiano grilli o vermi, ma dimentica il “casu martzu” – Il video

Il “formaggio marcio” o “formaggio con i vermi” sardo, riconosciuto tra i prodotti agroalimentari tradizionali, non è l’unico di questo genere prodotto in Italia

In un comizio elettorale del 31 gennaio 2023 a Rieti, il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini interviene in diretta sulla sua pagina Facebook per contestare l’Unione europea e la recente autorizzazione al consumo di farina di grilli. Lo fa proponendo un esempio, quello della Sardegna, sbagliando completamente: «Se alcune regioni italiane, penso alla Sardegna, hanno tra le più alte densità di centenari al mondo, non è che in Sardegna mangiano i grilli o i vermi. Penso che mangino e bevano qualcos’altro». Una dichiarazione di fatto imprecisa, come fanno notare sui social: «Uno dei formaggi sardi più famosi è però il “casu martzu“, detto anche il formaggio con i vermi». Il noto “casu martzu” (o “casu fràzigu“, tradotto “formaggio marcio”) risulta indicato nel sito del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste all’interno dell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali (P.A.T). Per la preparazione vengono introdotte nel pecorino le uova di una mosca, la Piophila casei. Una volta formate le larve, queste si cibano del formaggio. Una volta diminuite di numero, la forma viene aperta in due mostrando una crema dal sapore “pungente”. Prima di mangiarlo si cerca di allontanare le larve rimaste esponendo il prodotto al sole, ma non è detto che ciò avvenga del tutto senza preoccupare più di tanto gli stessi produttori.


Come riportato in vari siti di cucina, ci sarebbero altri prodotti oltre a quello più noto sardo: il “Saltarello” di Udine, il Bross ch’a Marcia del Piemonte, il Robiola Nissa dell’Emilia Romagna, il Marcetto dell’Abruzzo, il Casu Punt o Punti pugliese e il Casu du Quagghiu di Aspromonte.


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