Paura, connivenza o omertà: a Campobello un «silenzio assordante» ha protetto per anni Messina Denaro. I primi riscontri delle indagini

«I primi accertamenti svolti hanno svelato un inquietante reticolo di connivenze e complicità in svariati ambiti professionali», scrive l’aggiunto Paolo Guido

È stato il clima di profonda omertà a consentire a Matteo Messina Denaro di condurre agevolmente la propria vita per 30 anni di latitanza, indisturbato sul suo territorio. Ed è identico il clima che si continua ad avvertire tutt’oggi, dopo che il boss è stato arrestato e i magistrati cercano, con fatica, di accertare le sue attività e le complicità. Lo scrive il pm Paolo Guido nella richiesta di arresto spiccata per il medico di Messina Denaro, Alfonso Tumbarello. «Tutte le indagini ancora in pienissimo e frenetico svolgimento sulla ricostruzione delle fasi che hanno preceduto la cattura di Messina Denaro hanno offerto uno spaccato dell’assordante silenzio dell’intera comunità di Campobello di Mazara che, evidentemente con diversi livelli di compiacenza omertosa, paura, o addirittura complicità, ha consentito impunemente al pericoloso stragista ricercato in tutto il mondo di affrontare almeno negli ultimi due anni cure mediche e delicatissimi interventi chirurgici in totale libertà». «I primi accertamenti svolti con tempestività dalla polizia giudiziaria – prosegue Guido – hanno svelato un inquietante reticolo di connivenze e complicità in diversi luoghi e in svariati ambiti professionali (a cominciare da quello medico-sanitario), reticolo sul quale sarà necessario proseguire le investigazioni che doverosamente dovranno condurre a individuare e perseguire, se sussistenti, tutte le condotte integranti possibili profili di responsabilità penale». Le indagini dovranno dunque proseguire con assoluta fermezza, indica Guido, stante il grave pericolo di inquinamento delle prove. «Tali attività dovranno nelle prossime ore essere svolte nel più totale isolamento degli indagati per i quali si sono già acquisiti elementi gravissimi in merito alle condotte di favoreggiamento, di concorso esterno che ben potrebbero se lasciati liberi dal rigido isolamento carcerario, inquinare tutte le future acquisizioni probatorie».


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