Elezioni regionali 2023: quando, dove e come si vota 

Il 12 e il 13 febbraio gli elettori di Lazio e Lombardia sono chiamati alle urne per scegliere i loro nuovi rappresentanti

Lazio e Lombardia stanno per cambiare i loro rappresentanti. Nel caso laziale, le preferenze degli elettori saranno volte a nominare il successore di Nicola Zingaretti, che ha governato la Regione per 10 anni. In quello lombardo, i cittadini sceglieranno chi prenderà il posto di Attilio Fontana, governatore uscente del centrodestra e nuovamente candidato alla presidenza. Il risultato emergerà da un’unica tornata, a suffragio diretto, per l’elezione diretta del presidente di Regione e del Consiglio regionale.


Date e orari

Gli elettori di Lazio e Lombardia sono chiamati alle urne il 12 e il 13 febbraio. Le finestre temporali nelle quali si potrà andare a votare sono le seguenti: dalle ore 7 alle ore 23 di domenica, e dalle ore 7 alle ore 15 di lunedì. Per poter votare, come d’abitudine, occorre presentarsi al seggio di riferimento muniti di tessera elettorale e di un documento di riconoscimento valido.


Come si vota?

Le quattro modalità

Il voto è espresso su una sola scheda, dove sono riportate le liste provinciali e le coalizioni regionali delle candidate e dei candidati a consiglieri, collegate alla propria o al proprio candidato presidente. Gli elettori avranno a disposizione quattro diverse opzioni. Possono, innanzitutto, barrare il nome del candidato presidente, e così facendo la loro preferenza non è da intendersi estesa alla lista (o alle liste) collegate. Se invece viene contrassegnata solo una lista, il voto di estende automaticamente anche al candidato presidente ad essa collegato. È possibile inoltre apporre un segno sia sul nome del candidato presidente che sul simbolo di una lista a lui collegata. Viene ammessa la possibilità di esprimere il cosiddetto «voto disgiunto»: è cioè possibile votare per una lista e per un candidato presidente non collegato alla lista stessa. Viene infine prevista l’alternanza di genere, ovvero la possibilità di esprimere fino a due preferenze scegliendo, all’interno di una stessa lista, tra un candidato e una candidata. Nel caso si indichino due uomini o due donne, la seconda preferenza verrà annullata. 

Il meccanismo elettorale

Il numero dei collegi è pari a quello delle province. In entrambe le Regioni non è previsto il ballottaggio: si vota in un turno unico, e viene proclamato governatore il candidato che ottiene il maggior numero di voti validi in ambito regionale. Non è dunque necessario che uno dei candidati superi il 50%. Per quanto riguarda l’assegnazione dei seggi del Consiglio regionale, l’80% viene assegnato con il metodo proporzionale alle liste circoscrizionali concorrenti (presenti in ognuna delle 5 province regionali), con l’applicazione di un premio di maggioranza del 20% per le liste del governatore eletto. Sia nel Lazio che in Lombardia è previsto che il candidato presidente secondo classificato sia eletto immediatamente in consiglio regionale. La legge elettorale della Regione Lazio è stata modificata nel 2017. Oltre a introdurre la parità di genere (che dovrà essere rispettata in ogni lista circoscrizionale, a pena di inammissibilità), la modifica ha abolito il cosiddetto «listino». Termine con cui si indicava l’elezione automatica di un elenco di 10 candidati consiglieri collegati al candidato presidente, in caso di vittoria di quest’ultimo, come premio di maggioranza.

Lazio e Lombardia: le differenze

In Lombardia, la coalizione legata al governatore eletto ottiene almeno il 55% dei seggi in Consiglio regionale, se il candidato ha ottenuto il 40% delle preferenze, e almeno il 60% se invece è riuscita a superare il 40%. La legge elettorale lombarda fissa, inoltre, un limite: la coalizione vincente non può avere più del 70% dei seggi dell’intero Consiglio. Nel Lazio, invece, le liste che appoggiano il neogovernatore ottengono un bonus di 10 seggi (su 50) ripartiti in maniera proporzionale. Così come in Lombardia, sono previste delle correzioni per far sì che ogni provincia elegga almeno un consigliere. Se il bonus di seggi non dovesse garantire la maggioranza al governatore – come avvenuto per Zingaretti nel 2018 -, non c’è problema: dal momento che il presidente viene eletto direttamente dai cittadini, non ha bisogno di un voto di fiducia del consiglio per entrare in carica. 

Requisiti per votare e condizioni speciali

La possibilità di votare all’estero per corrispondenza non è prevista per le elezioni regionali. Tale facoltà, infatti, è prevista dalla legge statale (legge n. 459/2001) esclusivamente per le elezioni politiche e per i referendum nazionali. Dunque i residenti all’estero che risultano regolarmente iscritti all’anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) e gli elettori temporaneamente all’estero (ad es. per motivi di studio o di lavoro), se vorranno votare dovranno recarsi presso la sezione elettorale del Comune nelle cui liste risultano iscritti.

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