Il rilancio della SuperLega: il nuovo piano da 80 squadre per sfidare la Uefa

La presentazione dell’ad di A22 Bernd Reichart: non è un format ma un progetto

La SuperLega ci riprova. In attesa della sentenza della Corte Ue A22 ha presentato i dieci principi su cui si baserà la nuova competizione. Ovvero tra i 60 e gli 80 partecipanti, 14 partite garantite ad ogni club e un sistema basato su promozioni e retrocessioni. E ancora: meritocrazia sui risultati sportivi, nessun membro permanente, sviluppo del calcio femminile. «Abbiamo imparato dal dibattito che ha riguardato la proposta iniziale della SuperLega. Il merito sportivo è uno dei principi fondamentali. Sia i club sia i tifosi vogliono una competizione attraente e competitiva», ha detto l’ad della società Bernd Reichart in un’intervista all’agenzia di stampa Ansa. Il progetto prevede un campionato europeo aperto. «Non è un format ma un progetto. Con le misure per affrontare i problemi che vediamo nel mondo del calcio».


SuperLega delle mie brame

Le regole su cui si baserà la competizione dipenderanno dai giudizi dei tribunali di Madrid e in Lussemburgo. Il progetto sarà legato ai 27 Paesi dell’Ue ma sarà aperto a tutti i territori europei. Il giudizio della Corte sarà comunque decisivo. I giudici hanno già deciso che la proposta non viola la concorrenza. Mentre l’Uefa ha annullato le sanzioni a Barcellona, Juventus e Real Madrid. E ha annunciato l’allargamento a 36 squadre della Champions League. Per ora l’interesse di Francia e Germania nei confronti della SuperLega non è ampio. Né Paris Saint GermainBayern Monaco si stanno muovendo. «Credo che le recenti evoluzioni che mostrano il dominio della Premier League non preoccupano solo i club ma anche i tifosi», ha spiegato Reichart. Il campionato inglese ormai ha un budget non paragonabile a quello degli altri campionati europei. L’ultimo in classifica incassa di più di chi si qualifica per la Champions League.


E la Juventus?

E la Juve? Nessuna preoccupazione da parte di Reichart: «No, io continuerò a lavorare insieme ai rappresentanti della Juventus in maniera molto costruttiva e produttiva. Continuerò di apprezzarli come partner molto impegnati nel progetto, che hanno a cuore la sostenibilità a lungo termine del calcio». E ancora: «Se ci sarà un ruolo per Andrea Agnelli? Lui prenderà una decisione e farà quello che vorrà fare. Voglio essere sicuro di poter confrontarmi ancora con lui e con i suoi consigli e la sua conoscenza, davvero poche persone conoscono il calcio europeo come lui e gli interessa davvero il futuro del calcio europeo».

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