Tra Meloni e Berlusconi sull’Ucraina, Conte si smarca e attacca: «Figuracce in Europa e parole inaccettabili: deprimente»

Il leader M5s non si accoda agli applausi del mondo pacifista per il Cav dopo le dichiarazioni controverse contro Zelensky

Nessun sostegno alle parole di Silvio Berlusconi sull’Ucraina da Giuseppe Conte, come invece avevano fatto nelle ultime ore personaggi del mondo pacifista come il vignettista Vauro e il direttore de Il Riformista, Piero Sansonetti. Ma se l’ex premier evitare di avvicinarsi alle posizioni controverse del leader di Forza Italia, si guarda bene anche dal tenersi a distanza da quelle della premier Giorgia Meloni, che «si è affannata ad abbracciare Zelensky – scrive Conte su Facebook – rimediando un rapido saluto con lui a Bruxelles, dopo l’esclusione del governo italiano dal confronto a Parigi di Francia e Germania con il presidente ucraino». Conte ne ha quindi anche per Berlusconi, che «invece con Zelensky non vuole parlarci e si lascia andare a prese di posizione inaccettabili. Sono due posizioni diametralmente opposte, che ci fanno dubitare che Meloni e Berlusconi siano al Governo insieme e formino ancora una maggioranza». A perderci in questo «deprimente gioco della parti», continua Conte, sarebbe l’Italia «che su un tema come la guerra in Ucraina rischia di rimanere ai margini, senza un peso e senza nemmeno una parvenza di strategia, e questo proprio in una fase storica in cui si stanno riscrivendo gli scenari geo-politici dei decenni a venire».


«Putin aggressore, Zelensky l’aggredito»

A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, Conte rivendica la scelta fatta dai grillini, «distinguendo Putin, l’aggressore, da Zelensky, l’aggredito. Ma restiamo convinti che non si possa continuare a inseguire una strada che ha come unico sbocco l’escalation militare, con le sole certezze di una crescente carneficina di essere umani, di una totale distruzione di interi territori, e l’accettazione concreta del rischio di un conflitto nucleare».


Il no alle armi per Kiev

Conte poi insiste sul rifiuto di inviare nuove armi a Kiev, considerandola «una corsa folle al riarmo e l’adesione supina a strategie militari senza sbocchi». L’idea del M5s resta quella di «una diversa visione che promuova un negoziato che porti tutti a comprendere che l’unica soluzione davvero fruttuosa e duratura è la pace. Una visione che renda l’Italia protagonista di un percorso che costruisca una soluzione giusta e rispettosa del diritto internazionale, attraverso un coraggioso sforzo diplomatico da parte dell’Europa e della intera comunità internazionale».

Leggi anche: