Stretta sul Superbonus, Giorgetti difende lo stop dei crediti: «Politica scellerata ci costa 2mila euro a testa» – Il video

Per il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Intervento necessario perché c’è stata una lievitazione fuori controllo». Assente la premier Giorgia Meloni, che ha dovuto presiedere il Cdm da casa perché influenzata

Il decreto sulla cessione dei crediti relativi agli incentivi fiscali «ha un duplice obiettivo: cercare di risolvere il problema che riguarda la categoria delle imprese edili per l’enorme massa di crediti fiscali incagliati e mettere in sicurezza i conti pubblici». Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa dopo il Cdm, riferendosi alla decisione sul decreto per la cessione dei crediti del Superbonus 110%. «Il decreto sui crediti – continua – viene fatto con grande responsabilità e avendo bene in testa la necessità di fare tutto ciò che è possibile soprattutto nei confronti della categoria, delle imprese edili che in questo momento riscontrano una difficoltà finanziaria rispetto alla possibilità di scontare i crediti maturati nel 2021, 2022 e questa prima fase del 2023», ha detto Giorgetti aggiungendo inoltre che «nei prossimi giorni» ci saranno incontri con le categorie «per trovare tutte le forme possibili per sgonfiare questo fenomeno frutto di una politica poco avveduta». La decisione del governo, spiega il ministro leghista «è una misura d’impatto che si rende necessario per bloccare gli effetti di una politica scellerata usata anche in campagna elettorale e che ha prodotto beneficio per alcuni cittadini ma posto alla fine in carico a ciascun italiano 2mila euro a testa. Questo è bilancio di questa esperienza». Quello che è fondamentale per il ministro dell’Economia «è che si riattivi la possibilità da parte degli intermediari, in particolare finanziari, nell’acquisto di questi crediti che in questo momento era di fatto bloccato per incertezza normativa che noi in questo decreto risolviamo», ha detto il ministro appellandosi poi «a tutto il sistema bancario e non solo»: «a questo punto dobbiamo agire di concerto come sistema per risolvere questo “bucone” che si è formato in ragione di una normativa definita con leggerezza».


Dello stesso parere anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani che, dopo aver ribadito la necessità di un intervento in materia perché «c’era stata una lievitazione dei crediti», ha accusato i governi precedenti, in particolare quello presieduto da Giuseppe Conte, di una mancata pianificazione: «Ahimè nei governi precedenti era mancata una pianificazione e si è lasciato lievitare il numero dei crediti che era fuori controllo», ha detto Tajani in conferenza stampa insieme al ministro agli Affari europei Raffele Fitto, quello dell’Economia e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Quest’ultimo sul Superbonus ha inoltre sottolineato come «il governo intende aprire un’interlocuzione con le associazioni di categoria, che saranno invitate nel tardo pomeriggio di lunedì a Palazzo Chigi per ricevere i loro contributi propositivi rispetto a un intervento di necessità ed estrema urgenza». Ad annunciarlo è stato il sottosegretario alla presidenza Mantovano.


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