Rimborsopoli, la sottosegretaria all’Università Augusta Montaruli si dimette dopo la condanna definitiva per peculato: «Ma sono innocente»

Salta la prima pedina all’interno del governo Meloni. L’esponente di FdI, vicinissima alla premier, lascia dopo la sentenza di Cassazione ma valuta il ricorso alla Corte di Giustizia Europea

La sottosegretaria all’Università del governo Meloni , Augusta Montaruli, ha annunciato le sue dimissioni dall’incarico dopo la condanna definitiva a un anno e sei mesi, arrivata ieri 17 febbraio, per uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari del Piemonte tra il 2010 e il 2014. Dimissioni che Montaruli riferisce di aver deciso «per difendere le istituzioni». La sottosegretaria si definisce da sempre innocente. Ha condiviso l’annuncio in una lunga lettera in cui ha scritto: «Se ciò non avvenisse sarei come coloro che vorrebbero demolito il senso dello Stato, rendendolo debole con una ricerca costante di una giustificazione alle proprie azioni, sentendosi moralmente superiori o cercando di piegare le norme ai comportamenti». Ha poi aggiunto: «Addirittura ostentando clemenza verso chi agita l’arma del ricatto e per scappare dalla legge si vorrebbe ridisegnare vittima, rimanendo nell’ombra davanti alla “protesta più forte” di chi la vita se l’è tolta davvero poco più di un anno fa». Tutto questo, secondo Montaruli, è «imbarazzante». Bar, ristoranti, borse, Swarovski, libri. È questo ciò che c’è dietro le spese che si è fatta rimborsare impropriamente, per un totale di circa 25 mila euro, e che l’hanno portata all’accusa di peculato.


«Valuto il ricorso alla Corte di Giustizia Europea»

«Ho la serenità di poter dire che non ho causato alcun ammanco alle casse pubbliche né altro danno alla pubblica amministrazione e ai cittadini», commenta oggi. «Niente peraltro è mai stato nascosto ed infatti il processo che mi ha visto parte si fonda sostanzialmente su rendicontazioni debitamente consegnate quando ancora nessuno era ancora neppure indagato». Prima delle recenti dimissioni, Montaruli riferisce di aver iniziato ad autoescludersi da qualsiasi candidatura a partire da 2012 «per ben cinque anni ed in ogni caso fino alla prima sentenza di assoluzione». Il fatti risalgono a 13 anni fa e hanno visto un processo in cinque gradi di giudizio, con un’assoluzione piena in primo grado e poi l’esito di ieri contrario. Dopo 11 anni ha avuto fine, ma Montaruli ha già annunciato che si riserva di valutare il ricorso alla Corte di Giustizia Europea.


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