Zelensky pronto ad accogliere Meloni a Kiev: «L’aspettavo da tempo». E sui distinguo di Berlusconi: «Gli manderò della vodka»

In un’intervista al Corriere della Sera il presidente ucraino loda la premier e si dice pronto a darle il benvenuto in Ucraina a un anno dall’inizio della guerra

È ormai questione di giorni e poi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si recherà in vista ufficiale a Kiev. Da palazzo Chigi non trapelano dettagli ufficiali sull’organizzazione del viaggio, ma a confermarne l’imminenza è lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che in un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera si dice «felice di accoglierla in Ucraina». «L’attendevamo da tempo a Kiev», conferma Zelensky nella conversazione con l’inviato del Corriere Lorenzo Cremonesi, nella quale rinnova i ringraziamenti all’Italia e le lodi per la continuità della linea di politica estera tra il governo Draghi e quello Meloni. «Sin dall’inizio della guerra l’Italia del governo di Mario Draghi aveva scelto di sostenerci, un passo importante con un ruolo decisivo del vostro Paese per accettare l’Ucraina quale pieno membro dell’Unione Europea. E oggi la cosa procede bene. Infatti, con Giorgia avevo avuto alcune lunghe telefonate molto cordiali subito dopo la sua nomina a premier e avevo notato che si muoveva nel senso della continuità», rivela Zelensky. Che poi entra nel vivo dei termini del sostegno italiano a Kiev: «Sono molto grato all’Italia per la scelta di mandarci armi sia per la difesa antiaerea che per le artiglierie: avevamo insistito particolarmente per avere armi per garantire la difesa delle nostre infrastrutture energetiche. Non so con precisione quando arriveranno quelle armi. Noi, comunque, ci attendiamo la piena cooperazione dell’Europa e siamo certi che ne diventeremo membri».


Nell’intervista, che tocca tutti i temi geopolitici più rilevanti a quasi un anno dall’inizio dell’invasione russa, Zelensky non rinuncia anche a dire la sua sui distinguo un po’ troppo espliciti degli alleati di Giorgia Meloni sul sostegno all’Ucraina. Di un suo noto predecessore, in particolare. «Ho sentito le dichiarazioni di Berlusconi. Non lo conosco personalmente. Ma forse anche noi dobbiamo mandargli qualche cosa. Gli piace la Vodka? Noi ne abbiamo di ottima qualità in Ucraina, se crede gliela regaliamo», affonda il colpo Zelensky. Il presidente ucraino riserva toni aspri anche al suo omologo francese Emmanuel Macron, reo di aver nuovamente paventato la strada del dialogo – anche se non ora – con il Cremlino per risolvere l’impasse. «Sarà un dialogo inutile, Macron sta perdendo il suo tempo», dice. Mentre in merito ai timori Usa di rifornimenti di armi cinesi alla Russia si mantiene prudente: «Il tema è complesso, ma al momento non lo vediamo (l’invio di armi da Pechino, ndr)».


Zelensky mostra di comprendere anche le perplessità di chi, in Italia e in Europa, è titubante sul continuo sostegno politico e militare a Kiev. «Credo vi sia una parte significativa della popolazione che è indifferente, che teme la guerra, teme il costo dell’energia, l’inflazione: insomma, gente normale che non vuole fastidi», concede Zelensky. «Il mio sforzo è quello di spiegare perché ci difendiamo, per ricordare gli orrori dell’invasione, la violenza, come se all’improvviso un bandito arrivasse a casa vostra per rubare, violentare vostra figlia e uccidervi. Voglio dire agli italiani che qui siamo come voi, mangiamo i vostri piatti, amiamo i nostri figli, noi combattiamo per sopravvivere». Una vicinanza che tra pochi giorni sarà tangibile, con ogni probabilità, con l’abbraccio Meloni-Zelensky a Kiev a un anno dall’inizio del conflitto.

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