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Ignazio La Russa: «Un figlio gay? Un dispiacere, un padre etero vorrebbe che il figlio fosse come lui». Poi l’affondo su Berlusconi e Mulè

20 Febbraio 2023 - 21:51 Redazione
Intervistato da Francesca Fagnani per la nuova stagione di Belve, il presidente del Senato racconta tra le altre cose che il famoso busto del duce in casa l'ha dato alla sorella

«Accetterei con dispiacere la notizia di un figlio gay: come se fosse milanista, diverso da me. Un padre etero vorrebbe che il figlio fosse come lui». A parlare è il presidente del Senato, Ignazio La Russa, intervistato da Francesca Fagnani per la nuova stagione di Belve che andrà in onda domani sera su Rai 2 in prima serata. La Russa ha anche commentato la storica pellicola Una giornata particolare, considerato dal senatore di Fratelli d’italia un «brutto film». A suo dire, «colloca l’omofobia in una parte sola e in un periodo solo, purtroppo è stato un problema che invece è stato affrontato in ogni parte del mondo, anche dopo la fine della guerra». Il film è infatti ambientato durante l’epoca del fascismo, tema sul quale il presidente riferisce di «dover stare attento» perché «a volte sarebbe bello fare battute, odio questo politically correct», ha detto, provando a smarcarsi dalle critiche di chi lo ha definito «fascista», soprattutto dopo che mostrò in televisione il busto di Mussolini cha aveva in casa.

«Il busto del Duce? L’ho dato a mia sorella»

A Belve racconta che ora quella statua è finita dalla sorella. Si rimprovera di averla mostrata, ma non ha alcuna intenzione di buttarla perché è un regalo del padre. Sono molti i temi che ha toccato nel corso dell’intervista. Non risparmiando critiche e stilettate agli alleati di maggioranza. Oltre ai diritti civili e della sua visione sul fascismo, si è espresso anche su Silvio Berlusconi. «Qualche volta temo che Berlusconi sia consigliato, con l’età uno cambia», ha detto. Poi ha raccontato il retroscena del presunto «vaffa» che il leader di Forza Italia disse accanto al presidente del Senato il giorno della sua elezione. «Era per Giorgia che aveva posto dei paletti sui ministri, Ronzulli in particolare, ma più che per Giorgia era per FdI. È la prima volta che lo dico», spiega. Ma non manca un commento anche su Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera: «Non è mio nemico, ma lui non mi è simpatico». Infine, la «belvata» che ha fatto durante la sua carriera: «Quando la mia amica Ronzulli aveva preso il posto di Meloni, è l’ho cacciata….».

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