Chiara uccisa a coltellate dalla madre a Oristano, i sospetti sul movente: «La 13enne si era riavvicinata al padre»

Già in passato il padre aveva cercato di togliere l’affidamento della ragazzina a sua madre, dopo che la donna era stata ricoverata in psichiatria per una crisi

«Avevamo chiesto che la madre fosse dichiarata incapace di intendere e di volere, ma l’istanza è stata rigettata». Lo ha detto all’Ansa, il legale Filippo Cogotti, che tutela Piero Carta, il padre di Chiara, la ragazzina di 13 anni uccisa sabato pomeriggio dalla madre a Silì, una frazione di Oristano. La richiesta, spiega l’avvocato, è stata respinta perché la 52enne, Monica Vinci, ricoverata nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Santissima Annunziata di Sassari per aver tentato il suicidio, «ha presentato un certificato medico che la dichiarava idonea all’affidamento della figlia». La 13enne, che viveva con la madre dopo la separazione dei genitori, si era riavvicinata alla famiglia del padre. Negli ultimi tempi, infatti, le tensioni tra madre e figlia sarebbero stati frequenti. «La ragazza si era avvicinata di nuovo al padre – spiega l’avvocato Cogotti – ed era nostra intenzione ad aprile, quando sarebbero decorsi i termini per il divorzio, presentare una nuova istanza di affido». Ma c’è ancora altro: «Chiara al compimento dei 14 anni, il prossimo 24 marzo, – continua il legale – avrebbe potuto esprimere la sua preferenza davanti al giudice e decidere se stare con la madre o con il padre». Ed è proprio su questa possibilità che tra gli inquirenti si fa largo l’ipotesi che la donna, consapevole che avrebbe potuto perdere la figlia, l’assegno di mantenimento e la casa, potrebbe aver deciso di uccidere la figlia e di farla finita gettandosi dalla finestra di casa. Per la 52enne ora scatterà l’accusa di omicidio volontario, ma non è in stato di fermo. Prima di lanciarsi dalla finestra del primo piano dell’abitazione di famiglia in via Martiri del Risorgimento, avrebbe anche strangolato la figlia con un cavetto del cellulare. Sarà l’autopsia, in programma domani 21 febbraio all’ospedale San Martino di Oristano, a fare chiarezza sulle cause esatte della morte.


Il papà della 13enne sui social: «Ho perso tutto»

«Amore di papà, so che non potrai leggere e rispondere a quello che scrivo, ma il mio cuore vuole comunicare con la tua anima. Ascoltami figlia mia, la tua vita è stata interrotta ad una tenera età. Papà non ti dimenticherà mai. Fintanto che il suo cuore batterà, continuerai a essere il primo pensiero del giorno. Ho grandi progetti per fare in modo che tu possa essere sempre ricordata ed essere un valido aiuto per gli altri. Ciao amore mio, ti amo». Piero Carta, il vigile urbano di Oristano, padre di Chiara, ha affidato ai social la sua disperazioni dopo quanto avvenuto sabato 18 febbraio a Silì. «Ho perso tutto, mi ha tolto quanto avevo di più prezioso», conclude.


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