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L’insegnante precaria emigrata ad Abu Dhabi: «Qui guadagno il doppio»

20 Febbraio 2023 - 05:09 Redazione
annalisa marangoni insegnante abu dhabi
annalisa marangoni insegnante abu dhabi
Annalisa Marangoni: ho anche i benefit, l'assicurazione sanitaria e un contributo per l'alloggio

Annalisa Marangoni ha 42 anni e abitava a Costabissara in provincia di Vicenza. Parla tre lingue ed è interprete e traduttrice. Faceva l’insegnante nella scuola italiana ma adesso è emigrata ad Abu Dhabi. Insegna italiano ai bambini, in lingua inglese, in una scuola internazionale. «Guadagno il doppio qui rispetto alla scuola italiana. 4 mila euro al mese più benefit: appartamento, assicurazione sanitaria e visto lavorativo». Per un monolocale paga 1.200 euro. La benzina è a 90 centesimi al litro mentre una pizza margherita si paga 12 euro. Mentre con 50 euro il taxi la porta in giro per tutta Dubai. «È molto difficile entrare. Ci sono limitazioni, chiedono il police check, il certificato giudiziale per verificare la fedina penale. Poi ho fatto tre colloqui, ovviamente tutti in lingua inglese», dice oggi in un’intervista a Repubblica. «Ho dovuto tradurre e validare la mia laurea in Scienze della mediazione linguistica. Ora insegno alla Italian International School, una scuola privata, la più grande degli Emirati Arabi. Io insegno italiano, che sarebbe la loro lingua straniera». Marangoni dice che negli Emirati si trova benissimo: «Ho il mare a 45 minuti e poi ci sono tanti centri commerciali. Il vino è vietato: niente spritz. Non so cosa darei per un Prosecco. Per il resto, ogni tanto vado a farmi i safari nel deserto o le cene a casa di qualche amico». E spiega le differenze con la scuola italiana: «È vietatissimo essere severi con i bambini. In ogni classe ci sono le telecamere, per controllare l’atteggiamento dell’insegnante. Se sgarri, vieni segnalato o sospeso». Infine dice che la sua esperienza la consiglierebbe a chiunque: «Qui il lavoro di insegnante viene pagato nel modo giusto. Il problema è che, a un certo punto, bisogna tornare in Italia perché dopo i 65 anni non concedono più il visto. Lì gli anziani non li vogliono».

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