Insultata e picchiata nel parcheggio del pronto soccorso. In quello che è soltanto l’ultimo di una lunga lista di episodi di aggressione ai danni del personale sanitario. Questa volta è successo all’Ospedale Umberto I di Roma, dove un’infermiera del reparto di pediatria è stata assalita dai genitori di un bambino ricoverato al pronto soccorso. Secondo la ricostruzione del Messaggero, l’aggressione sarebbe avvenuta lunedì sera, mentre la donna stava entrando nell’ospedale per iniziare il suo turno di lavoro. Mentre camminava nel parcheggio verso il portone d’ingresso, i genitori del bambino ricoverato le hanno chiesto in che reparto lavorasse. Quando la donna ha precisato di essere un’infermiera di pediatria, lo stesso reparto dove è ricoverato il bambino, i due genitori hanno cominciato a insultarla: «Siete dei medici incompetenti. Nostro figlio è ricoverato da giorni da voi». Dalle parole, poi, sono passati alla violenza fisica, con spinte e calci, fino all’intervento degli altri infermieri. «È stato terribile. Credevo che la questione fosse risolta, invece mi hanno aggredita anche fisicamente», ha raccontato l’infermiera, ancora sotto choc, ai suoi colleghi. Proprio mentre il personale medicava l’infermiera, in ospedale sono accorsi anche altri parenti del bimbo ricoverato, chiamati proprio dai genitori. «Per alcuni minuti nessun medico è uscito dalla palazzina di pediatria perché temevano il peggio», hanno raccontato al Messaggero alcuni medici dell’Umberto I. Alla fine, dopo qualche minuto di tensione, sono intervenuti gli agenti di sicurezza, che hanno allontanato la famiglia e riportato la situazione alla normalità.
«Servono nuovi presidi di sicurezza»
«Il nodo sulla sicurezza è ancora da sciogliere in alcune grandi strutture, come appunto quella del policlinico Umberto I, perché il presidio è antistante il pronto soccorso ma distante da quello pediatrico» ha spiegato al Messaggero Stefano Barone, dirigente di Nursind, il sindacato degli infermieri. «Nella prima fase dell’aggressione, gli agenti sono stati allertati ma hanno impiegato del tempo per intervenire, perché si trovavano all’ingresso del pronto soccorso ordinario. In una struttura così ampia è necessario invece prevedere anche un secondo presidio per consentire interventi tempestivi». Con l’arrivo del Covid, e con l’introduzione di regole più rigide sull’accesso dei parenti negli ospedali, si è registrata un’impennata degli episodi di aggressioni ai danni di medici e infermieri. Nel Lazio, stima il quotidiano romano, nell’ultimo semestre del 2022 la media è stata di un caso ogni due giorni.
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