Ancora un’aggressione in pronto soccorso: a Monza un 22enne si scaglia contro un infermiere e un agente

Il giovane è stato arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. L’Inail registra che tra il 2016 e il 2020 sono state oltre 12mila le aggressioni

«Io qua spacco tutto». Un ragazzo di 22 anni di origine tunisina e residente a Lissone è stato arrestato dopo aver minacciato il personale del pronto soccorso dell’ospedale San Gerardo di Monza. Stando alle ricostruzioni di quanto accaduto, il giovane si era presentato nella struttura per problemi di dipendenza e abuso di sostanze stupefacenti. Ma dopo un’attesa di circa 3 ore se ne sarebbe andato via senza attendere le dimissioni e portare a termine le visite previste, salvo poi tornare e pretendere il certificato. Di fronte al rifiuto e alle spiegazioni del personale medico, il giovane è andato in escandescenza e si è scagliato contro alcuni macchinari sanitari. Così sono intervenute le autorità dell’ospedale, ma il giovane non si è fermato e ha colpito con violenza prima un agente di Polizia – che ha riportato una prognosi di qualche giorno – e poi un infermiere. I fatti risalgono alle prime ore del 16 febbraio e hanno portato il ragazzo all’arresto con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, oltre che per minacce aggravate ad esercenti della professione sanitaria. L’accusato ha già dei precedenti, era infatti sotto l’affidamento degli assistenti sociali, dopo che il Tribunale di Milano lo aveva condannato per tentata rapina e lesioni personali quando era ancora minorenne.


L’emergenza delle aggressioni al personale sanitario

L’aggressione avvenuta a Monza non è un caso isolato. Le violenze contro medici, infermieri e operatori sanitari sono all’ordine del giorno, soprattutto nei Pronto soccorso. Stando ai dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, ripresi dall’Ordine dei medici di Trento, si stima che tra l’8% e il 38% del personale sanitario subirà violenze fisiche durante la propria carriera. In Italia, le aggressioni e le minacce accertate ogni anno, ai danni degli operatori sanitari, si attestano a circa 2.500 casi. L’Inail registra che tra il 2016 e il 2020 sono oltre 12mila. Per questi motivi, il Parlamento aveva approvato nel 2020 una legge che prevede pene più severe per chi provoca lesioni a chi esercita la professione sanitaria. A gennaio tre guardie giurate sono state aggredite con dell’acido muriatico all’ospedale Loreto Mare di Napoli. Così come un genitore aveva minacciato un’infermiera in un altro ospedale campano dicendole: «Se mio figlio si sente male ti uccido». A Bari una paziente ha picchiato un infermiera lo scorso 14 gennaio perché non le aveva dato la precedenza. Casi del genere se ne registrano ogni giorno. Intanto, ieri 17 febbraio, in una riunione con i vertici dell’Asl, la questura di Latina ha discusso di alcune misure per la sicurezza nei pronto soccorso al fine di contrastare il fenomeno delle crescenti violenze nelle strutture ospedaliere. Tra queste c’è l’istituzione di due postazioni di pubblica sicurezza nei PS pontini, più controlli e una linea telefonica diretta per comunicare in modo tempestivo con la sala operativa.


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