«Sì a ChatGPT per scrivere i temi». La svolta dei licei internazionali: «Ma andrà citato nelle fonti»

Meglio andare incontro alla tecnologia che proibirla. Secondo Matt Glanville, del Baccalaureato internazionale, ChatGPT deve essere considerato come una «opportunità straordinaria»

Usare ChatGPT come fonte per i propri progetti scolastici adesso è consentito e regolamentato. Quantomeno, a chi studia nell’ambito del Baccalaureato Internazionale (IB), ovvero una qualificazione di scuola secondaria superiore riconosciuta su scala internazionale che può sostituire la scuola ordinaria, sia in Italia che in altri 79 Paesi del mondo, e che garantisce, al pari dell’esame di maturità, il diritto all’ammissione universitaria. L’organizzazione ha determinato che il bot di intelligenza artificiale che comprende ed elabora testi in modo spesso indistinguibile dagli esseri umani può essere utilizzato come fonte per gli essay. Al pari degli articoli accademici, quindi, può essere citato nei testi – purché venga inserito nella bibliografia. Secondo Matt Glanville, a capo dell’organizzazione dei metodi di valutazione dell’IB, ChatGPT deve essere considerato come una «opportunità straordinaria».


ChatGPT fa paura alle scuole

In un certo senso, l’istituzione scolastica non ha fatto altro che normalizzare una pratica che è in corso già da mesi: gli studenti hanno iniziato a fare scrivere i propri essay al bot anziché farlo personalmente. Un fenomeno che ha mandato in allarme molte scuole, atenei, e professori, che per limitarlo hanno spesso bloccato l’accesso al software di intelligenza artificiale. Coadiuvati anche dalla stessa Open AI (la compagnia che produce ChatGPT), che ha sviluppato un sistema in grado di riconoscere quando un testo è stato generato dal bot. Ciononostante, non è mancato chi, tra i docenti, ha integrato ChatGPT all’interno dei propri metodi didattici, ad esempio mostrando agli studenti le risposte date dal bot alle domande poste agli studenti.


Il nuovo approccio dell’IB: includerlo nell’istruzione

Ora, l’IB decide di tracciare una linea: «La differenza che esiste tra affidarsi completamente a ChatGPT e produrre un testo originale è la stessa che esiste quando si plagia, piuttosto che citare o rielaborare il lavoro di qualcun altro. La fonte deve essere sempre esplicitata», ha chiarito Glanville. «In un mondo in cui l’intelligenza artificiale può sostanzialmente scrivere un essay alla semplice tocco di un pulsante, abbiamo bisogno che i nostri studenti padroneggino diverse abilità. Ad esempio, devono capire se l’essay è buono o se ha manca il contesto, se ha utilizzato dati distorti o se manca di creatività. Queste saranno abilità molto più importanti rispetto alla scrittura, e per questo dobbiamo tenerne conto nella valutazione», ha puntualizzato Glaville al Guardian.

Leggi anche: