«Con altre armi a Kiev sarà l’apocalisse nucleare», l’ultima minaccia di Medvedev. Il Cremlino chiude: «Ora pace impossibile»

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: «La Crimea non tornerà mai sotto il controllo dell’Ucraina»

Torna ad alzare i toni il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev. Secondo l’ex presidente della Federazione Russa, la continua fornitura di armi a Kiev da parte dei governi occidentali rischia di provocare una catastrofe nucleare globale. In un articolo pubblicato sul sito russo Izvestia, intitolato «Punto di non ritorno», Medvedev dice: «Certo, si può continuare a pompare armi al regime neofascista di Kiev e bloccare ogni possibilità di rilanciare i negoziati. I nostri nemici stanno facendo proprio questo, non volendo capire che i loro obiettivi portano ovviamente a un fiasco totale. Sconfitta per tutti. Apocalisse. La vita precedente dovrà essere dimenticata per secoli, fino a quando le macerie fumanti cesseranno di emettere radiazioni». Uno scenario apocalittico, che – continua Medvedev – «la Russia non permetterà» che si realizzi. A proposito della guerra in Ucraina, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza di Mosca parla di due «punti di non ritorno». Il primo risale al 2008, «quando il mondo occidentale ha sostenuto l’aggressione della Georgia contro il popolo osseto». Il secondo, continua Medvedev, risale al 2014, «quando il popolo della Crimea ha espresso la propria volontà in un referendum legale, tornando per sempre nella sua patria storica». Un voto che, secondo Mosca, «ha causato un’isteria frenetica e impotente» nei governi occidentali, ma che la comunità internazionale continua a non riconoscere come valido.


Peskov: «Nessuno sviluppo pacifico in vista»

Alle parole di Medvedev hanno fatto eco anche le dichiarazioni di Dmitry Peskov. Secondo il portavoce del Cremlino, «è impossibile» che la Crimea ritorni sotto il controllo del governo di Kiev, perché ormai «è parte integrante della Russia». Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, il Cremlino precisa che non vede le condizioni per uno «sviluppo pacifico» del conflitto. Nei giorni scorsi, la Cina ha presentato il proprio piano per una soluzione negoziata della guerra in Ucraina. Un documento che la Russia dice di voler studiare «con grande attenzione». Infine, le sanzioni economiche. Secondo Peskov, le sanzioni imposte dai governi europei continueranno a colpire la Russia «in modo assurdo», perché – sostiene il portavoce del Cremlino – «c’è una carenza degli obiettivi da sanzionare e questo spiega l’inclusione illogica di certi individui ed entità legali nella lista».


Foto di copertina: ANSA/EKATERINA SHTUKINA/SPUTNIK

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