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I partigiani bielorussi distruggono un aereo radar del Cremlino. L’intelligence britannica: «Brutto colpo per Mosca»

28 Febbraio 2023 - 09:41 Redazione
Alcuni ribelli del gruppo Bypol hanno colpito il velivolo A-50 Mainstay con sei droni carichi di esplosivo

L’esercito del Cremlino potrebbe aver appena perso una delle sue armi più importanti per la guerra in Ucraina. A rivelarlo è l’ultimo aggiornamento quotidiano di intelligence del ministero della Difesa britannico. Il rapporto pubblicato su Twitter ricostruisce l’abbattimento avvenuto qualche giorno fa dell’A-50 Mainstay, un aereo di sorveglianza russo «fondamentale per le operazioni aeree» in Ucraina. Il 19 gennaio, il velivolo sarebbe stato avvistato durante una serie di esercitazioni aeree congiunte degli eserciti di Mosca e Minsk. In particolare, l’A-50 è stato visto decollare dalla base aerea di Machulishchy, in Bielorussia. Domenica scorsa, un gruppo di partigiani bielorussi del gruppo Bypol, insieme ad alcuni leader politici di opposizione in esilio, ha colpito il velivolo russo con alcuni droni esplosivi, provocando danni ad alcune sezioni dell’aereo e all’antenna radar. L’attacco, commentano oggi gli esperti di Londra, non è stato confermato dall’esercito russo. Ma se l’informazione trapelata dai partigiani bielorussi fosse vera, Mosca avrebbe ora a disposizione soltanto sei aerei A-50 Mainstay. Una flotta aerea ridotta, che «limiterebbe ulteriormente le operazioni aeree russe» in Ucraina.

L’imbarazzo di Lukashenko

Anche Repubblica oggi ricostruisce con precisione l’attacco a sorpresa avvenuto in Bielorussia. Secondo il quotidiano romano, il blitz contro l’aereo radar del Cremlino sarebbe avvenuto grazie all’uso di sei piccoli droni carichi di esplosivo, che hanno colpito l’A-50 di Mosca mentre era sulla pista di decollo. Aleksandr Azarov, capo del gruppo partigiano Bypol, ha rivendicato l’attacco e sostiene che l’aereo radar russo «non potrà più volare». A rivelare l’importanza di quel tipo di velivoli per l’esercito del Cremlino è il generale ucraino Yuriy Inhat, che spiega: «Era costantemente in volo e sempre occupato a saggiare le nostre difese, scoprire le posizioni dei sistemi missilistici che proteggono le città ucraine e tenere d’occhio i voli dei nostri aerei». Si tratta della prima volta che i piccoli gruppi ribelli bielorussi riescono a colpire con successo i mezzi militari di Mosca e Minsk. La notizia del sabotaggio, infatti, è stata nascosta dai media bielorussi per non mettere in imbarazzo il governo di Aleksandr Lukashenko.

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