La storia di Ovidio Guzman, il figlio del Chapo che gli Stati uniti vogliono estradare dal Messico

Il figlio del noto narcotrafficante è stato arrestato a Culiacan lo scorso 5 gennaio

Gli Stati Uniti hanno presentato una richiesta formale al Messico per chiedere l’estradizione di Ovidio Guzman, figlio del narcotrafficante Joaquin El Chapo Guzman. L’operazione che ha portato all’arresto di Guzman jr lo scorso 5 febbraio a Culiacan è stata una delle più grandi della storia recente del Messico ed è costata la vita a 10 militari e 19 sospetti criminali. Secondo le autorità messicane, il 32enne – soprannominato El Raton – avrebbe ereditato dal padre la guida del cartello della droga locale di Culiacan. El Chapo, una delle figure chiave del narcotraffico messicano, era stato estradato nel 2017 negli Stati Uniti e condannato all’ergastolo nel 2019. Guzman jr, invece, è stato arrestato per la prima volta in Messico nel 2019, salvo essere poi rilasciato dalle forze dell’ordine per porre fine alle violenze di strada della sua banda di narcotrafficanti. Una vicenda che ha messo in grande imbarazzo le autorità messicane, che a inizio 2023 – dopo anni di ulteriori indagini – sono riuscite ad arrestare di nuovo il presunto narcotrafficante. Anche questa volta, come nel 2019, all’arresto di Guzman jr sono seguiti giorni di proteste violente e rappresaglie da parte dei narcos. La polizia messicana, però, non ha ceduto alle richieste della criminalità organizzata e si è limitata a invitare la popolazione a non uscire di casa.


Le indagini

Il 7 gennaio, pochi giorni dopo l’arresto, il giudice federale di Città del Messico aveva bloccato l’estradizione negli Usa di Ovidio Guzman e ordinato due mesi di carcere preventivo. Ora che Washington ha presentato formalmente la richiesta di estradizione, tocca al tribunale messicano decidere dove sarà processato il 32enne. Per il governo americano, Guzman jr sarebbe a capo di una grossa organizzazione criminale che gestisce il traffico illegale di cocaina, metanfetamine e marijuana tra gli Stati Uniti e il Messico. Nel 2021, il dipartimento di Stato ha offerto anche una ricompensa di 5 milioni di dollari a chiunque avesse informazioni in grado di portare al suo arresto. Le autorità messicane, invece, lo accusano a vario titolo di reati contro la salute, detenzioni di armi da fuoco e criminalità organizzata.


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