È di almeno 29 morti il bilancio provvisorio delle vittime in Messico negli scontri durante e dopo l’arresto di Ovidio Guzman-Lopez, il 29enne figlio di El Chapo Guzman, storico capo del cartello della droga di Sinaloa. Nelle ultime 36 ore la città di Culiacan, nel Nord del Paese, è ostaggio della guerriglia tra polizia e criminali del cartello che avrebbero preso il controllo dell’aeroporto e sono coinvolti in diverse sparatorie con le truppe d’élite. Finora secondo il ministro della Difesa Luis Crescencio Sandoval stati uccisi 10 soldati e 19 sospetti criminali nel pieno dell’operazione che ha portato in carcere Ovidio Guzman e nel corso degli scontri che sono ancora in corso. Il governo ha schierato i blindati per le strade prese d’assalto dai criminali, mentre sui media internazionali circolano le prime immagini di auto carbonizzate e diverse colonne di fumo in città.
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Le accuse
Insieme al fratello Joaquín, se estradato, Ovidio Guzmán dovrà affrontare un processo davanti alla Corte federale del distretto di Columbia (Washington, D.C.) per i reati di associazione per delinquere per il trasferimento negli Usa di grandi quantitativi di cocaina, marijuana, anfetamine, metanfetamine e altre droghe sintetiche. Il ministro degli Esteri messicano, Marcelo Ebrard, ha escluso che l’estradizione possa avvenire in tempi brevi, e ha anche negato che agenti statunitensi abbiano partecipato all’operazione condotta all’alba di ieri dalle autorità messicane per realizzare la cattura.
January 6, 2023
January 5, 2023
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