La retata alla Motorizzazione di Palermo, le tangenti nelle cartelline per immatricolare auto straniere: 21 arresti

Sono 42 le persone indagate per 187 capi d’accusa, tra cui corruzione e falso ideologico in atti pubblici. In tre anni le auto straniere registrate solo nel capoluogo siciliano erano passate da oltre 7mila a più di 20mila

Da mesi le immatricolazioni delle auto straniere alla Motorizzazione di Palermo crescevano in modo costante. Un flusso anomalo di nuove registrazioni osservato dagli agenti della polizia stradale che ha portato al maxi-blitz di oggi 28 febbraio con 21 arresti, di cui otto tra funzionari della Motorizzazione e 13 responsabili di agenzie di disbrigo pratiche. In tutto sono 42 le persone indagate per 187 capiti di imputazione, tra cui corruzione, accesso abusivo a un sistema informatico e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. I funzionari avrebbero intascato un fiume di tangenti perché chiudessero più di un occhio per sbrigare centinaia di pratiche e nazionalizzare auto estere. Secondo la stradale, le pratiche sono passate dalle 7.740 del 2016 a 20.465 nel 2019. A insospettire gli inquirenti non era solo l’improvvisa impennata di produttività degli uffici, ma il fatto che almeno l’80% degli intestatari delle auto fossero residenti fuori la provincia di Palermo e che «la quasi totalità di tali pratiche fosse stata commissionata da un ristretto numero di agenzie palermitane – spiega il comunicato della polizia stradale – che di fatto hanno esercitato una sorta di monopolio del fiorente mercato delle nazionalizzazioni, falsando in tal modo il libero mercato a danno delle altre agenzie concorrenti». Le mazzette venivano piazzate direttamente nelle cartelle delle pratiche, che i responsabili delle agenzie portavano agli uffici della motorizzazione, che a quel punto tralasciavano eventuali irregolarità e approvavano senza troppe storie le immatricolazioni. Nel mucchio di mezzi messi in circolazione c’erano diversi casi di auto che non avevano passato i collaudi, per esempio, sugli impianti a gas. Nel fascicolo di indagine sarebbero stati raccolti almeno 60 casi relativi a circa 100 veicoli immatricolati. Un traffico che avrebbe fruttato ai funzionari almeno 35mila euro, messi sotto sequestro dal gip.


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