Il nome di Lara Comi nell’inchiesta Qatargate: «Ho visto 60 mila euro nella sua valigia»

Antonio Panzeri chiama in causa l’ex europarlamentari di Forza Italia

Il 3 febbraio scorso durante l’interrogatorio a Bruxelles Antonio Panzeri ha parlato di altre tangenti nel Qatargate. Chiamando in causa l’ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi. «C’è stato un incontro a Doha, nella primavera del 2019. Con il ministro Al Marri, Francesco Giorgi, l’algerino (Boudjellal, ndr) e io, Andrea Cozzolino, Lara Comi. Penso che Eva Kaili fosse presente, ma la decisione presa, in termini di denaro per i deputati, includeva anche lei. Al termine, i qatarini hanno deciso di mettere a disposizione per le campagne elettorali dei tre, 250 mila euro ciascuno. Ed è stato fatto», sono le parole riportate oggi da Repubblica, Le Soir e Knack. Panzeri parla anche dei presunti finanziamenti del Qatar per la campagna di Susanna Camusso a leader del sindacato mondiale.


Il borsone da custodire

Panzeri ha partecipato all’accordo con cui Cozzolino, Comi e Kaili avrebbero accettato il denaro dal Qatar. «È importante smentire l’idea che io sia il grande capo. Queste persone accettavano denaro in cambio della tutela degli interessi del Qatar come parte del loro lavoro parlamentare. Si stabilì che Giorgi assumesse il ruolo di assistente di Cozzolino. I soldi sono arrivati a casa sua, un milione e 250 mila euro in contanti. C’erano anche 250 mila euro per me e per lui». Panzeri racconta anche che una volta Comi lo ha chiamato per chiedergli il favore di custodire una borsa che si trovava nel suo appartamento a Bruxelles. Lui ha chiesto di farlo al suo assistente Giuseppe Meroni. Poi Comi viene arrestata nell’inchiesta sulla Mensa dei poveri.


Lara Comi e la giustificazioni

«A seguito della situazione, sono andato da Meroni e abbiamo aperto la borsa. Ho visto dei vestiti e dei libri vuoti all’interno, con contanti tra 60 e 70mila euro, non li ho contati. Quindi ho preso tutto, ho deciso di buttare via i soldi nella spazzatura. Meroni ha visto i soldi ma non ha preso niente». Panzeri sostiene di aver parlato con Comi per comunicarle l’accaduto. «Le ho solo detto che i soldi non c’erano più. Sulla borsa, le ho detto che il caso è chiuso e non mi ha chiesto altro. Non so da dove vengano quei soldi», fa mettere a verbale. L’avvocato di Comi, Gian Piero Biancorella, sostiene che l’ex Forza Italia non ha preso finanziamenti illeciti per la campagna elettorale del 2019. Riguardo Camusso, Panzeri ricorda un incontro a Bruxelles.

La replica di Camusso

E poi un colloquio con la sindacalista: «Ho parlato con lei a Milano e mi dice di essere disponibile per questo incontro, che si è tenuto poche settimane dopo». Non si parlava di soldi ma di aiuti ai sindacati africani e al Medio Oriente. «In precedenza, avevamo individuato una cifra di 600mila euro (…) che mi sono stati dati dall’algerino in una borsa e sono una buona parte dei soldi trovati nella mia casa. Poi ho saputo che bastavano solo 50mila. Mi restavano quindi 500 mila che ho tenuto». La replica di Camusso: «Nessuno mi ha chiesto di supportare il Qatar in nessun modo. Né si è parlato mai di denaro. So che alcune donazioni sono state ricevute da altri sindacati per le organizzazioni più povere. Non ero coinvolta direttamente e non conosco i dettagli».

Leggi anche: