L’idea di Rampelli (FdI) sulle frasi di Piantedosi: «Il suo appello può scoraggiare le partenze: lì hanno parabole e telefoni»

Le frasi del ministro dell’Interno possono avere una grande «forza d’urto» nelle nazioni da cui partono i migranti, secondo il vicepresidente della Camera

Rischia di scatenare nuove polemiche l’uscita del meloniano vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, che torna a difendere le dichiarazioni del ministro Matteo Piantedosi sulla strage di migranti nel mare di Crotone. Il capo del Viminale aveva scatenato durissimi attacchi dall’opposizione quando aveva sostanzialmente rimproverato ai disperati che si erano messi a bordo della nave poi naufragata a Cutro senza valutarne i rischi, con riferimento particolare ai bambini vittime del naufragio: «La disperazione – aveva detto Piantedosi – non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli». Secondo Rampelli, le parole del ministro dell’Interno possono anzi diventare un avviso utile per chi dalle terre martoriate da guerra e povertà ha ancora intenzione di partire. Soprattutto alla luce del fatto che a quelle popolazioni non mancherebbe la tecnologia per ricevere il messaggio del ministro: «L’appello del ministro Piantedosi – ha detto Rampelli – sembra un appello astratto, ma immaginate che forza d’urto potrebbe avere, visto che nelle nazioni da cui provengono gli immigrati ci sono le parabole e i telefoni e quindi potremmo raggiungere tutte le popolazioni in difficoltà e fargli presente che quei viaggi non sono come vengono dipinti dai trafficanti di uomini che fanno pagare anche 7mila euro viaggi molto rischiosi». Rampelli spera poi che i profughi, ma «non i migranti economici» ricevano il messaggio che «la comunità internazionale li soccorrerà. Certo non possiamo farlo da soli, ma noi siamo in prima fila per accogliere persone che fuggono da guerra e persecuzioni».


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