La Cina prepara il terzo mandato di Xi e mostra i muscoli: +7,2% di spese militari. «Potenze straniere vogliono contenerci, l’esercito si prepari»

L’aumento annunciato dal primo ministro di Pechino in apertura del Congresso nazionale del popolo, che questa settimana ratificherà l’inedita rielezione del presidente

Dall’Europa agli Usa, il mondo si (ri)arma sulla scia delle gravi tensioni internazionali innescate dalla guerra tra Russia e Ucraina, entrata ormai nel suo secondo anno. E la Cina, che da anni investe in maniera crescente nelle sue capacità di difesa, non sta a guardare. Anzi. Nell’anno appena cominciato Pechino aumenterà i propri investimenti nel settore militare del 7,2%: lo ha annunciato oggi il primo ministro Li Keqiang nel corso della sessione del Congresso nazionale del popolo, il “parlamento” del sistema (monopartitico) cinese. Si tratta dell’aumento più considerevole degli ultimi anni per la Cina, che s’inserisce comunque in scia di un trend in continua salita: lo scorso anno il budget per la difesa era cresciuto del 7,1% su base annuale, nel 2021 del 6,8% e nel 2020 del 6,6% – stando ai dati ufficiali diffusi dal governo stesso. Secondo i calcoli del ministero delle Finanze, l’aumento annuale del 7,2% dovrebbe portare il budget per la difesa nel complesso a quota 1.560 miliardi di Yuan quest’anno(circa 212 miliardi di euro). Molti analisti internazionali pensano però che la Cina sottostimi intenzionalmente le cifre delle sue spese militari.


Il confronto con gli Usa

Nessun dubbio, invece, sulle ragioni che spingono la Cina a investire in maniera crescente sulle sue capacità di difesa: per Li Keqiang urge contrastare «i tentativi esterni in costante aumento di sopprimere e contenere la Cina». Il riferimento, neppure troppo implicito per il linguaggio della diplomazia cinese, è agli sforzi profusi in primis dagli Usa – insieme agli alleati regionali come Giappone, Australia e in parte India – per tenere a freno la temuta ascesa cinese, anche in chiave militare. «Le forze armate devono intensificare l’addestramento militare e le preparazione a 360°», ha annunciato all’assemblea il primo ministro. In un rapporto presentato al Congresso nazionale, si chiarisce come la priorità di politica estera nella regione sia e resti quella di assumere «passi risoluti per evitare l’indipendenza di Taiwan», procedendo invece verso la «pacifica riunificazione» dell’isola con la madrepatria. Gli Usa restano in ogni caso di gran lunga la potenza mondiale che investe maggiormente nella difesa, con spese stimate per 800 miliardi di dollari nell’ultimo anno, pari al 12% circa del Pil nazionale.


Rilancio economico cercasi

Nel corso della sessione del Congresso nazionale, i vertici di Pechino hanno anche annunciato l’obiettivo annuale di crescita economica: +5% di Pil per l’anno in corso. Una performance ben più contenuta di quelle degli anni d’oro della crescita cinese, ma che segnerebbe un nuovo slancio rispetto a quella raggiunta lo scorso anno, quando l’economia cinese è cresciuta soltanto del 3% – sotto il peso della strategia di rigido contenimento del Covid-19 – contro un obiettivo iniziale annunciato del 5,5%. «L’economia cinese sta attrarversando una stabile ripresa e dimostrando un ampio potenziale di ulteriore crescita», ha dichiarato festoso il primo ministro. Nel corso del Congresso nazionale di questa settimana, ci si aspetta che i delegati formalizzino l’elezione dell’uomo forte del Paese – Xi Jinping – a presidente della Cina e capo delle forze armate per un inedito terzo mandato, affidatogli dai vertici del partito lo scorso ottobre.

Foto: EPA/XINHUA/YAO DAWEI – Il presidente cinese Xi Jinping sfila al fianco di quello delle Filippine Ferdinand Marcos jr. – Pechino, 4 gennaio 2023

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