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G20, la condanna della guerra non è unanime: salta il comunicato congiunto. L’astensione di Cina e Russia

A Bangalore, in India, Mosca e Pechino non sottoscrivono neanche il paragrafo sull’«inammissibilità» della minaccia nucleare

Solo una lunga nota di sintesi, e non il tradizionale comunicato ufficiale congiunto, sancisce la fine del G20 dei ministri delle Finanze a Bangalore, in India. Difficile mettere d’accordo tutti i Paesi sulla condanna alla guerra in Ucraina, ma anche sull’inammissibilità dell’uso di armi nucleari. I paragrafi che riguardano questi due punti infatti, non vengono sottoscritti da Cina e Russia. Nel Chair’s Summary and Outcome Document, la presidenza di turno indiana riassume i principali temi in discussione al vertice. «Il G20 non è il forum deputato a risolvere problemi relativi alla sicurezza», si legge nel documento, «sappiamo tuttavia che le problematiche di sicurezza possono avere conseguenze significative per l’economia globale». I paragrafi 3 e 4, quelli nono sottoscritti da Mosca e Pechino, sono quelli più delicati e riguardano il conflitto in Ucraina. «Gran parte dei membri », scrive la presidenza del G20, «ha condannato con forza la guerra in Ucraina, sottolineando che sta causando immense sofferenze ed esacerbando fragilità pregresse dell’economia globale». Ma ci sono stati anche «altri punti di vista e valutazioni della situazione e delle sanzioni», quelli di Russia e Cina, appunto. Neanche il paragrafo successivo viene condiviso dai due Paesi. «È essenziale appoggiare il diritto internazionale e il sistema multilaterale che salvaguarda pace e stabilità», compresa a protezione dei civili e delle infrastrutture. La minaccia dell’utilizzo delle armi nucleari è inammissibile, prosegue la nota, che poi sottolinea la necessità di una risoluzione pacifica del conflitto, attraverso il dialogo e la diplomazia.


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