Svelato il mistero dei «due van Gogh» di Messina Denaro, quel testamento per la figlia Lorenza: «Chi ho amato non mi dimenticherà mai»

Deliri, consigli e pensieri sparsi su come si sta al mondo. Il boss ha scritto tutto su due quaderni che sua sorella avrebbe dovuto consegnare alla figlia mai riconosciuta

A sua figlia Lorenza Alagna che non ha mai incontrato, Matteo Messina Denaro aveva lasciato «due van Gogh» che sua sorella Rosalia aveva il compito di consegnare alla ragazza «quando sarà pronta a leggere e avulsa dal condizionamento di terze persone». In un pizzino ritrovato in vico San Vito a Campobello di Mazara, il boss scriveva: «A oggi i van Gogh sono due, l’altro fu il 29 novembre 2021. Ne allego uno per Fragolone, vi prego fateglielo avere». L’arresto e le perquisizioni nella casa appunto di Fragolone, cioè la sorella del boss Rosalia, hanno chiarito il mistero che aveva attirato la curiosità dei carabinieri del Ros. Si tratta di «libricini», come li chiama il capomafia in un pizzino, due erano già nelle mani di Rosalia, un altro era appunto nelle consegne lasciate nel covo di Campobello di Mazara. Rosalia conservava questi quaderni nel sottotetto della casa di campagna, come riporta Repubblica, uno con in copertina un quadro di van Gogh e un altro con un disegno di Leonardo Da Vinci.


Si tratta di una sorta di testamento morale che il boss ha lasciato a sua figlia Lorenza, un flusso di pensieri con cui prova a raccontarsi alla 26enne che non ha mai riconosciuto e mai visto di persona. Scritti senza un barlume di pentimento o di una vaga assunzione di responsabilità. Messina Denaro appare irriducibile anche con sua figlia, come lo è sempre stata tutta la sua famiglia a cominciare da suo padre don Ciccio, mafiosi e latitanti fino all’ultimo. Nei quaderni per sua figlia, Messina Denaro prova a filosofeggiare sulla vita: «Arrivato a un certo punto della mia vita, ho pensato che il mondo fosse da qualche altra parte, e che da quell’altra parte ormai non ci fossero più strade che conducessero fino a me».


Lo stragista poi aggiunge: «Un essere umano muore veramente quando viene dimenticato. Ed io credo che non lo sarà mai». I deliri del boss vanno avanti nella convinzione che non sarà quello il suo destino, contando sulla cerchia famigliare più stretta, di cui però sua figlia non sembra aver alcuna intenzione di appartenere: «Le persone che ho amato, i miei affetti, non si dimenticheranno mai di me». Parole che il boss vorrebbe far leggere alla figlia, probabilmente nella speranza che lei non sappia come il boss facesse la bella vita con l’amante Maria Mesi mentre la madre di Lorenza Alagna era incinta.

Nel giorno del diciassettesimo compleanno della ragazza, il 17 dicembre 2013, il boss le fa un augurio: «Ogni mondo ha i suoi demoni diversi da quelli degli altri. Stai lontana dai mondi che non conosci. Io sono entrato in altri mondi al prezzo della sofferenza, ma tu non osare mai, tri prego. È il solo augurio che oggi posso farti». Consigli che sembrano arrivare da un mafioso sull’orlo del pentimento. Ma è lo stesso boss a scrivere poco dopo quello che è stato considerato il suo manifesto sulla mafiosità, dove annotava che essere incriminati per mafia fosse un onore. Nei quaderni per la figlia, il boss annota pensieri sparsi, sempre con un apparente spirito filosofico: «Ho sempre pensato che sarebbe bene sapere quando è la mia ultima notte sulla terra, piuttosto che venire investito da un’auto o qualcosa del genere». E poi aggiunge: «La mia vita è più complessa di una promessa». E poi un ricordo di suo padre, don Ciccio: «Non ci sono persone come lui. Quel genere è sparito per sempre».

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