In Evidenza IsraeleTrasporti pubbliciFedez
ESTERIAmsterdamCommissione UEEMAOlandaProstituzioneUnione europea

Amsterdam, l’Ema sul piede di guerra contro il Comune: «Non sposti qui il quartiere a luci rosse o porteremo il caso al più alto livello politico»

07 Marzo 2023 - 22:41 Redazione
Nel 2017 fu necessario il sorteggio con le palline per assegnare la nuova sede dell'Agenzia alla capitale olandese: l'Italia rimase a bocca asciutta

Nel 2017 la sede dell’Agenzia europea del farmaco era stata scelta tramite sorteggio con palline, dopo il pareggio al ballottaggio. Una beffa per Milano, che aveva visto sfumare all’ultimo e senza particolari demeriti la sua candidatura. In quell’occasione fu Amsterdam ad aggiudicarsi la nuova sede Ema, costretta a lasciare Londra dopo la Brexit. Nella capitale olandese è stato quindi costruito un edificio da 250 milioni di euro per ospitare gli uffici dell’Agenzia. Un complesso realizzato nel distretto di Zuidas, definito il Miglio finanziario della città. Ma ora il rapporto tra l’Agenzia e l’amministrazione locale sembra complicarsi. Il Comune sta valutando infatti se trasferire proprio in quell’area il distretto a luci rosse della capitale. È dal 2019 che le autorità locali stanno lavorando a un progetto per realizzare un centro erotico alternativo al quartiere a luci rosse e lontano dal centro: un piano indigesto per i vertici dell’Agenzia. «Sicurezza e protezione erano requisiti chiave per la selezione della nuova sede durante il processo di trasferimento dell’agenzia nel 2017, quando 19 Stati membri presentarono offerte per ospitare l’Ema e dovettero dimostrare di soddisfare i requisiti», ha spiegato all’agenzia di stampa spagnola Efe un portavoce dell’Ema, spiegando il netto rifiuto a pagare il conto delle «conseguenze della prostituzione», e del massiccio turismo che essa attira. «Il cambio di sede del quartiere a luci rosse è guidato da preoccupazioni per fastidi, spaccio di droga, ubriachezza e comportamenti disordinati». Se il Comune procederà nel suo intento, l’Ema intende portare la questione, con la collaborazione della Commissione europea, «al più alto livello politico e diplomatico, per garantire un ambiente di lavoro sicuro».

Leggi anche: